giovedì 6 gennaio 2022

L'AUGURIO PIU' BELLO

 Lettera per tutti noi, dal virus - Giovani e Missione 

Buona Epifania a tutti!

Inizio il nuovo anno con la meravigliosa

lettera che il professor Carmina, morto nel 

crollo delle palazzine ad Agrigento, aveva

dedicato ai suoi allievi al momento di andare 

in pensione:

«Ai miei ragazzi, di ieri e di oggi. 

Ho appena chiuso il registro di classe. 

Per l’ultima volta. 

In attesa che la campanella liberatoria 

li faccia sciamare verso le vacanze, 

mi ritrovo a guardare i ragazzi che 

ho davanti. E, come in un fantasioso 

caleidoscopio, dietro i loro volti ne 

scorgo altri, tantissimi, centinaia, 

tutti quelli che ho incrociato in  

questi ultimi miei 43 anni.

Di parecchi rammento tutto, 

anche i sorrisi, le battute, i 

gesti di disappunto, il modo di 

giustificarsi, di confidarsi, di 

comunicare gioie e dolori, di altri, 

molti in verità, solo il viso o il nome. 

Con alcuni persistono, vivi, rapporti 

amichevoli, ma il trascorrere del 

tempo e la lontananza hanno 

affievolito o interrotto, ahimè, 

quelli con tantissimi altri. 

Sono arrivato al capolinea ed 

il magone più lancinante sta 

non tanto nell’essere iscritto 

di diritto al club degli anziani, 

quanto nel separarmi da questi 

ragazzi.  

A tutti credo aver dato tutto 

quello che ho potuto, ma credo 

anche di avere ricevuto di più

molto di più. Vorrei salutarvi tutti, 

quelli che incontro per strada, 

quelli che mi siete amici sui social, 

e, tramite voi, anche tutti gli altri, 

tutti, ed abbracciarvi ovunque 

voi siate.

Vorrei che sapeste che una delle 

mie felicità consiste nel sentirmi 

ricordato; una delle mie gioie è 

sapervi affermati nella vita; una 

delle mie soddisfazioni la coscienza 

e la consapevolezza di avere tentato 

di insegnarvi che la vita non è un 

gratta e vinci: la vita si abbranca, 

si azzanna, si conquista. Ho imparato 

qualcosa da ciascuno di voi, e da tutti 

la gioia di vivere, la vitalità, il dinamismo, 

l’entusiasmo, la voglia di lottare.

Gli anni del liceo, per quanto belli, 

non sempre sono felici né facili

specialmente quando avete dovuto 

fare i conti con un prof. che certe 

mattine raggiungeva livelli eccelsi 

di scontrosità e di asprezza, 

insomma …. rompeva alla grande. 

Ma lo faceva di proposito, nel 

tentativo di spianarvi la strada, 

evidenziandone ostacoli e difficoltà. 

Vi chiedo scusa se qualche volta 

non ho prestato il giusto ascolto, 

se non sono riuscito a stabilire la 

giusta empatia, se ho giudicato 

solo le apparenze, se ho deluso le 

aspettative, se ho dato più valore 

ai risultati e trascurato il percorso 

ed i progressi, se, in una parola, 

non sono stato all’altezza delle 

vostre aspettative e non sono 

riuscito a farvi percepire che  

per me siete stati e siete 

importanti, perché avete 

costituito la mia seconda 

famiglia. 

Un’ultima raccomandazione, 

mentre il mio pullman si sta 

fermando: usate le parole 

che vi ho insegnato per 

difendervi e per difendere 

chi quelle parole non le ha

non siate spettatori ma 

protagonisti della storia 

che vivete oggi: infilatevi 

dentro, sporcatevi le mani, 

mordetela la vita, non “

adattatevi”, impegnatevi, 

non rinunciate mai a 

perseguire le vostre mete, 

anche le più ambiziose, 

caricatevi sulle spalle chi 

non ce la fa: voi non siete 

il futuro, siete il presente.

Vi prego: non siate mai indifferenti,  

non abbiate paura di rischiare 

per non sbagliare, non state 

tutto il santo giorno incollati 

a cazzeggiare con l’iphone. 

Leggete, invece, viaggiate, 

siate curiosi (rammentate 

il coniglio del mondo di sofia?). 

Io ho fatto, o meglio, ho 

cercato di fare la mia parte, 

ora tocca a voi. Le nostre 

strade si dividono, ma ricordate 

che avete fatto parte del mio 

vissuto, della mia storia e, 

quindi, della mia vita. 

Per questo, anche ora che 

siete grandi, per un consiglio, 

per una delusione, o semplicemente 

per una risata, un ricordo o un 

saluto, io ci sono e ci sarò. 

Sapete dove trovarmi. 

Ecco. Il pullman è arrivato.  

Io mi fermo qui. 

A voi, buon viaggio».

 


 

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