lunedì 24 dicembre 2012

BUON NATALE!


Natale di pace, armonia e serenità
a tutti; con l'augurio che il miracolo
della vita si rinnovi nei nostri cuori
con lo stesso spirito puro, attonito
e incantato dei bambini!

Preghiera a Gesù Bambino

Asciuga, Bambino Gesù,
le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini
a deporre le armi
e a stringersi in un universale

abbraccio di pace!
Invita i popoli,
misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri
creati dalla miseria
e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza
e dall’indifferenza,
dalla discriminazione

e dall’intolleranza.
Sei tu,
Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi,
liberandoci dal peccato.
Sei tu il vero e unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace
per l’intera umanità, vieni a vivere
nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii tu la nostra pace
e la nostra gioia!

                 
                        Giovanni Paolo II



mercoledì 19 dicembre 2012

LE FIGURACCE RETORICHE

Si tratta di una semplice raccolta di
figure retoriche, si inizia in prima media,
man mano che se ne incontrano di nuove
si aggiungono al nostro raccoglitore,
che ingrassa a vista d'occhio!
Da un lato si annota la definizione, accanto
si riporta l'esempio, il più chiaro, famoso
ed emblematico.
E' molto utile quando si svolge l'analisi
di un testo poetico, si sfogliano una ad
una, si confronta con l'esempio che si
ha a disposizione, in questo modo sarà
veramente più facile non farsele scappare
sotto il naso!
Figuracce è il nome che hanno affibbiato
loro i miei ex alunni che, di fronte all'ennesimo
fallito tentativo di riconoscimento, esclamavano:
"bella figuraccia retorica che ho rifatto!"
Questi sono  solo tre esempi dei  lavori realizzati
in questi giorni, in prima media,
rispettivamente da Roberta, Adele e Andrea.






martedì 11 dicembre 2012

OH CHE BEL CASTELLO!

Il castello rappresenta sicuramente, nella mente
dei ragazzini, un luogo magico e incantato,
aldilà delle fiabe sprigiona comunque un grande
fascino: per  la  sua  struttura, per la  vita  che
vi  si conduceva,  per le leggende ad esso
legate.
E' bene che gli studenti conoscano in profondità
ogni argomento, quindi, per diversi mesi,
svolgeremo insieme tanti approfondimenti,
questi i più "gettonati":

- struttura interna ed esterna del castello,
- arredamento,
- giostre e tornei,
- cavalieri,
- cucina e alimentazione,
- abbigliamento,
- musica,
- passatempi,
- assalto al castello,
- armi,
- medicina e superstizione,
- sala della tortura (strumenti),
- falconeria,
- ......

Le schede con gli approfondimenti verranno
man mano riposte all' interno di una maxibusta,
su un lato verrà raffigurato il castello di Fenis,
(da poco esaminato in geografia), che ha la forma
caratteristica del castello medievale, sull'altro
invece ognuno inventerà il proprio stemma,
sulla base dei significati simbolici dei principali
colori, animali e oggetti dell' araldica.
In un prossimo post mostrerò i lavori migliori,
i più accurati, completi e originali!!!


giovedì 29 novembre 2012

LA TOMBOLA GRAMMATICALE

Ho sperimentato oggi in classe la
"tombola" delle preposizioni articolate,
idea che rubo volentieri alla mia
blogger preferita, la prof.ssa Palmy
di Learning is experience.
E' una delle tante idee montessoriane
della cui validità sempre più mi convinco;
la scuola può essere anche un luogo di
gioco, sperimentazione, didattica hands-on,
e  l'odiata grammatica potrà risultare così
meno noiosa e "statica".

E' facile da realizzare: si fa  un tabellone
quadrettato, da un lato si riportano le
preposizioni semplici, dall'altro gli articoli
determinativi, si ritagliano poi le tessere
per tutte le combinazioni possibili e poi...
si gioca, singolarmente, a coppie, a squadre,
inventandosi di volta in volta le regole.

Le immagini sono tratte dal post di Palmy
"Addizioni grammaticali" del  27 gennaio 2011
pubblicato su Mens Sana Blog,  sotto l'etichetta
grammar.

lunedì 19 novembre 2012

PIANTIAMO UN ALBERO

Stiamo per ricordare la festa dell'albero.
E' bello vedere bambini tanto motivati
e convinti dell'impellente necessità di
rispettare, amare e proteggere il nostro
pianeta.
Il 21 novembre piantiamo un albero,
contribuiamo anche noi, con un piccolo
gesto, a salvare la Terra!

Seguiamo l'esempio di Felix....

mercoledì 14 novembre 2012

GIORNO DELLA GENTILEZZA

Penso che la gentilezza sia uno dei
valori da coltivare maggiormente, in
alcuni casi da riscoprire e diffondere
tra i nostri alunni.
L'ONU celebra la giornata mondiale della
gentilezza proprio il 13 di novembre, il
motto di quest'anno è: "La gentilezza,
come un virus, coinvolge chiunque
ne venga a contatto. Il 13 novembre
è l'occasione perfetta per diffonderla".
Il seme della gentilezza dovrebbe germogliare
ovunque e  sostituire  il malcostume dell'arroganza
e  della  maleducazione, pretendiamola nelle
nostre classi!
Mi piace concludere ricordando questi aforismi
di Stephen Littleword:
La gentilezza è l’arma dei più forti.
I gesti gentili sono le migliori carezze.

Prendiamo esempio:


lunedì 12 novembre 2012

TI AUGURO QUESTE PAROLE

Sono rimasta colpita da questa
poesia, te la dedico augurandoti
anche le mie parole, le più belle,
spensierate,  necessarie, piene...
per costruire  un domani degno
di essere vissuto.

Cara bambina, tra poche ore verrai
al mondo. Il mondo è pieno di parole,
sceglierai tu quelle che ti servono e
quelle che non ti servono, ma spero
proprio  che  tra  le  parole  che
incontrerai almeno queste ci siano, tutte:

Aquilone strada no prato sorella
caleidoscopio luce treno amore
cielo giostra capriola imparare
Seme ombra musica padre colore
ciao ridere cortile tu nuvola gomitolo
ciliegia imparare grazie stelle rispetto
sogno casa cavallo fiore almanacco
insegnare cultura  amicizia fragola fede
gatto dirigibile fuoco latte ok madre 
fratello città cinema desiderio cultura
neve libro silenzio prosciutto domenica
si bosco sempre insieme

C'era su YouTube il video di Pierfrancesco
Favino che recitava questa delicatissima
poesia a "Quello che non ho" di Fabio Fazio,
la puntata del 14 maggio 2012, è stato
rimosso? Chissà!!!
 







mercoledì 7 novembre 2012

POESIE DA CONTINUARE














Niente di più facile per allenare giovani
poeti che abituarli a comporre versi
sulla falsariga di un modello dato: io
detto una poesia bella, educativa, viva,
motivante, se possibile "ad inventario",
i miei allievi, dopo essere entrati nello spirito
dell'autore, stilano la loro lista di versi.
A volte sono banali, altre volte sono
suggeriti, ma non mancano quelli
interessanti e promettenti.....

Queste sono le poesie che abbiamo
"continuato" ultimamente:

INNO ALLA VITA  di Madre Teresa


La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.


I GIUSTI  di Jorge L. Borges

Un uomo che coltiva il suo giardino,
come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra

esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud

giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e

una forma.
Il tipografo che compone bene questa

pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le

terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un

male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia

Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno

salvando il mondo.

IL MEGLIO di Martin L. King

Siate il meglio
Se non potete essere un pino
sulla vetta del monte,
siate un cespuglio nella valle,
ma siate il miglior piccolo cespuglio
sulla sponda del ruscello.
Siate un cespuglio
se non potete essere un albero.
Se non potete essere una via maestra,
siate un sentiero.
Se non potete essere il sole,
siate una stella.
Non con la mole, vincete o fallite.
Siate il meglio di qualunque cosa siate.
Cercate ardentemente di scoprire
a che cosa siete chiamati, e poi mettetevi a

farlo appassionatamente.
Siate comunque sempre il meglio di

qualsiasi cosa siate.

In un angolo della classe, il più luminoso,
si appende un cartellone intitolato  
"Bacheca delle poesie", su questo man
mano si attaccano tanti colorati post it 
con i  loro versi più belli.

Buona poesia a tutti!


martedì 30 ottobre 2012

COMPONIMENTO "EMOZIONALE"













Propongo spesso ai miei alunni
di scrivere "creativamente".
Ho mostrato loro un poster,
raffigurante uno splendido
tramonto sul mare, ho messo
come sottofondo musicale
Chopin, suonato da Maurizio
Pollini, e poi li ho invitati a
lasciarsi andare...

Seduto in riva al mare, descrivo
ciò che vedo e che provo.
Descrizione oggettiva (uso dei
cinque sensi) e soggettiva, scandaglio
dei  propri sentimenti  e  delle
proprie emozioni.

Ecco alcune riflessioni dei miei
alunni di prima media:

- il tramonto è la mia felicità e le
  nuvole sono i miei pensieri
  svolazzanti;
- vedo gabbiani, bianchi e belli,
  con la ali spalancate che sembrano
  porte aperte;
- la brezza cattura le anime e le porta
  lontano a visitare terre infinite;
- è stupendo potersi cullare nel
  silenzio con il melodioso canto
  delle onde;
- drappi di nubi nere offuscano
  il cielo,  caldi bagliori le
  trapassano come lame  di
  luce;
- le ampie sfumature del cielo,
  dal grigio all'arancione, riproducono
  l'eterna lotta tra il bene e il male;
- se il mare è infinito anche i miei
  pensieri lo sono,  proprio come
  il mare... vedi l'inizio e mai la fine.

giovedì 25 ottobre 2012

PALETTE MONTESSORIANE

La grammatica può essere anche una
bella fiaba, ce lo insegna la Montessori.
Per rendere più digeribile l'analisi delle
nove parti del discorso si può raccontare
agli alunni una storia avvincente di principi,
inservienti, segnali stradali, linee ferroviarie...

Si parte dai simboli:

PARTI VARIABILI:

NOME       TRIANGOLO NERO
VERBO      CERCHIO  ROSSO
PRONOME  TRIANGOLO VIOLA
AGGETTIVO TRIANGOLO BLU
ARTICOLO TRIANGOLO CELESTE

PARTI INVARIABILI:

AVVERBIO  CERCHIO ARANCIONE
CONGIUNZIONE RETTANGOLO ROSA
PREPOSIZIONE  LUNETTA VERDE
INTERIEZIONE ESCLAMATIVO GIALLO

si passa poi alla fiaba:

(Narratore) C’era una volta un principe
molto potente che governava un paese
molto speciale: il paese delle parti del
discorso (nome, un triangolo nero).
Il principe era accompagnato quasi
sempre da un piccolo inserviente (articolo,
triangolino equilatero celeste chiaro).
Se il principe era di buon umore, portava
con sè un altro inserviente, più grande del
primo. Allora tutta la gente aveva il piacere
di vedere che specie di principe fosse (aggettivo,
triangolo equilatero blu).
A volte il principe non aveva voglia di farsi
vedere, inviava allora un rappresentante che
doveva camminare tutto solo, senza alcun
servitore (pronome, triangolo isoscele viola).
(Il principe racconta). Quando arrivai nel
nuovo paese, non riuscivo a trovare la strada.
Improvvisamente vidi sul bordo della via alcune
piccole falci verdi. Erano i segnali stradali che
indicavano dove si poteva trovare qualcosa,
oppure quale direzione prendere (preposizione,
mezzaluna verde).
Il sole rosso rotolava attraverso il cielo e
faceva vivere tutti armoniosamente (verbo,
cerchio rosso).
Il sole, poi, non era sempre solo nel cielo:
talvolta arrivava la piccola luna, ad aumentare
la sua luminosità. Allora, improvvisamente,
si poteva vedere anche quale aspetto avesse
il sole, dove stesse in quel momento, o quando
sarebbe nuovamente andato via (avverbio,
cerchio più piccolo arancione).
(Narratore). Ogni cosa era organizzata nel
modo migliore nel paese del principe.
Nessuno lì lavorava da solo: si riunivano
per parlarsi. Tutte le città erano collegate
da linee ferroviarie. In questo modo ci si
poteva riunire velocemente: bastava
sedersi in treno (congiunzione, una
barretta rosa).
In questo bel paese  non sempre tutto era
tranquillo. Talvolta la gente esclamava a
gran voce sillabe o parole, quando era
contenta o triste, come: ehi, oh, oppure
ahimè (interiezione, punto esclamativo
dorato).
Ora abbiamo fatto la conoscenza di tutti i
rappresentanti del paese del principe.
E’ un paese interessante.
Più a lungo ci si ferma, meglio lo si conosce.
Spesso ci si stupisce perchè succede che una
parte del discorso assuma la funzione di
un’altra.
Ma questi sono segreti che si possono scoprire
solo via via, lentamente.

La fase finale  prevede la realizzazione delle
"palette montessoriane", una cannuccia da bibita
con un cerchio di carta in cima, (idea di Valentina)
con cui giocare; oltre all'aspettp  ludico del gioco
l'insegnante può misurare l'apprendimento di tutti
gli studenti in modo simultaneo.
Esempio pratico: si formula una frase, simpatica,
che riguardi magari gli alunni stessi, poi il prof
scandisce  a voce alta ogni singola "parte del
discorso" che i ragazzi devono individuare,
sollevando il alto, a mo' di vigili urbani,  il più
velocemente possibile, la paletta giusta!!!!!




 

sabato 20 ottobre 2012

IL TRIONFO DELLA VITA

Spulciando tra i vari blog  che seguo sono
incappata in questo testo che scuote l'anima e
fa riflettere sulla straordinaria imprevedibilità
della vita, che poi è ciò che la rende tanto
attraente.
Ringrazio la Signora G per avermi regalato
un'emozione così intensa e autentica e spero
che non si dispiaccia se la condivido con i
miei alunni "vecchi e nuovi":


DOMANDA
Egregio direttore perchè continuare a

ostinarvi contro l'aborto? Possibile che
anche lei, che sembra intelligente, non
capisca che è un gran bene per lo Stato,
per la famiglia, per la società che si
impedisca che vengano al mondo bambini
indesiderati, che soffrirebbero e farebbero
soffrire, che avrebbero una vita d' inferno...


RISPOSTA
Cara signorina, prima di tutto grazie per

l'apprezzamento. Sono già altre volte
intervenuto sul tema della vita. Per non
ripetermi, vado a ripescare quanto mi ha
inviato un amico qualche mese fa: mi sembra
una di quelle risposte ad hominem che può
essere illuminante.
Eccoti cinque casi:

 1- Una coppia, lui asmatico,lei tubercolotica,

hanno avuto quattro figli: il primo cieco, il
secondo sordo, il terzo nato morto e il quarto
ha ereditato dal padre la sua malattia. La donna
è di nuovo incinta. Consiglieresti l'aborto?
2- Un bianco stupra una ragazzina nera di 13

anni, che resta incinta. Se tu fossi il padre, le
consiglieresti di interrompere la gravidanza?
3- Una signora rimane incinta. Ha già altri

figli, il marito è in guerra e lei è ammalata,
non ha molto da vivere. Le consiglieresti di
sbarazzarsi del bambino che porta in grembo?
4-Una coppia estremamente povera ha avuto
14 figli. Vivono nella fame. Incoraggeresti la
donna ad abortire il suo quindicesimo rampollo?
5-Una ragazza di poco più di 15 anni resta

incinta. Non è sposata e il padre non è il promesso
sposo. Le diresti che è meglio abortire?

Allora se rispondi  SI avresti impedito che
venisse al mondo:
nel 1° caso Ludwig van Beethoven, uno dei
maggiori geni musicali di tutti i tempi;
nel 2° Ethel Waters,una delle più famose
cantanti nere di blues,
nel 3°avresti ucciso papa Woityla e ciò non
ha bisogno di commenti,
nel 4°Jonh Wesley, uno dei più grandi
predicatori del Settecento,
e  nel 5°, cara signorina,avresti impedito che
venisse al mondo Gesù Cristo!
Non so se mi spiego.
..

Questo argomento così delicato mi ha richiamato
alla mente la scultura del giovane artista slovacco
Martin Hudáček,  dedicata ai bimbi non nati che,
con tutto l'amore del mondo,consolano le mamme
che hanno sbagliato..... e se ne sono accorte...



martedì 16 ottobre 2012

LAPBOOK SUI BARBARI

Agli alunni piace svolgere "compiti diversi" dai
soliti; ritengo che in prima media sia tempo di
abituarli a lavorare con una certa autonomia,
aiutandoli a mettere alla prova le proprie doti di
ricercatori, scrittori, creativi, illustratori, ....

Ho proposto di realizzare un lapbook "adulto"
sui Barbari, argomento molto amato dai ragazzi,
anche e soprattutto  per la crudezza di alcuni
particolari e aspetti  che li contraddistinguono;
gli approfondimenti di partenza (ognuno può
espandere liberamente il proprio lavoro)
riguarderanno:
- etimologia
- linea del tempo,
- tribù principali,
- sippe,
- aspetto fisico
- abbigliamento,
- armi,
- abitazioni,
- alimentazione,
- diritto,
- religione,
- cultura,
- lingua
- il personaggio: Attila.

Ogni lapbook va arricchito, integrato e completato
con immagini appropriate, disegni, schede, tabelle,
carte storiche....alla fine dovrà risultare curato,
colorato, accattivante e, perchè no, divertente!








sabato 13 ottobre 2012

NON BADATE TROPPO AGLI ALTRI

Per  far capire ai miei alunni che a volte è
meglio non badare troppo ai commenti e
ai giudizi degli altri, al fine di salvaguardare
la propria serenità, ho raccontato loro questa
storiella, amara e divertente, attribuita al grande
Charlie Chaplin:

La famiglia e l'asino


Una coppia, con un figlio adolescente e un
asino, decise di viaggiare, di lavorare e di
conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.

Arrivati nel primo paese, la gente commentava:
“guardate quel ragazzo quanto è maleducato...
lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”.
Allora la moglie disse a suo marito:
“non permettiamo che la gente parli male di nostro
 figlio.”

Il marito lo fece scendere e salì sull’asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava:
“guardate che svergognato quel tipo...lascia che
il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre
lui vi sta comodamente in groppa.”

Allora, presero la decisione di far salire la moglie,
mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare
l’asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava:
“pover’uomo! dopo aver lavorato tutto il giorno,
lascia che la moglie salga sull’asino e  povero
figlio! Chissà cosa lo aspetta, con una madre
del genere!”

Allora si misero d’accordo e decisero di sedersi
tutti e tre sull’asino per vedere stavolta cosa
avrebbero avuto da ridire.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa
diceva la gente:
“sono delle bestie, più bestie dell’asino che

li porta. Gli spaccheranno la schiena!”

Alla fine, decisero di scendere tutti e

camminare insieme all’asino, ma, passando
per il paese seguente, non potevano
credere a ciò che le voci dicevano ridendo:
“guarda quei tre idioti, camminano anche se

hanno un asino che potrebbe portarli!”
CONCLUSIONE:
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te
e sarà difficile incontrare qualcuno al quale 
tu possa andare bene così come sei.
Quindi: vivi come ti dice il cuore...
Fai tutto ciò che senti di buono...
La vita è un'opera di teatro senza prove generali!
Quindi: canta, ridi, balla, ama, vivi intensamente
ogni momento della tua vita...
prima che cali il sipario
e l'opera finisca senza applausi.


mercoledì 10 ottobre 2012

L'ANGOLO DEL SORRISO

Lunedì scorso lo scrittore Stefano Benni,
che io trovo a dir poco esilarante, ha recitato,
nella trasmissione "Che tempo che fa", questo
improbabile "dodecalogo del buon cane".
Adoro la sua scrittura stralunata, strampalata,
satirica, immaginaria........


1) Ama il padrone tuo come te stesso
2) Odora il padre, la madre e tutto il resto
3) Caga (bip) sempre dove qualcuno può passare
4) Se ti abbandonano non ti meritano
5) La pulce è sempre dove non puoi grattarla…
    accettalo!
6) Non desiderare la ciotola d’altri ma se capita…
7) Se uno è più piccolo di te ringhia, se è più
     grosso mettiti a pancia in su
8) Ciò che per gli altri è puzza per te è curiosità
9) Ulula! Crederanno che stai dicendo qualcosa…
10) Se il padrone si siede a tavola guardalo
      come se non mangiassi da un anno
11) Quando fai le feste la tua gioia sia 
      proporzionale al tuo peso
12) Il tuo padrone non è strano, è umano…
      accettalo

domenica 7 ottobre 2012

REGALIAMO SORRISI














Oggi 7 ottobre  si celebra la giornata
mondiale del sorriso, un potentissimo
atto terapeutico benefico, generoso e solare.
Mi piace, quando è possibile, concludere
gli ultimi 5 minuti di lezione con "L'angolo
del sorriso", i ragazzini sanno ridere di
tutto e nulla, sono coinvolgenti e qualcuno
è già dotato di senso dell'umorismo.

Vorrei regalarvi, per l'occasione, questa
nota poesia di Padre Frederick William Faber,
teologo e poeta inglese dell'Ottocento:

VALORE DI UN SORRISO
Donare un sorriso rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
ma il suo ricordo dura per l'eternità.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno
né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia
dà sostegno nel lavoro
ed è segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco
rinnova il coraggio nelle prove
e nella tristezza è medicina.
E se poi incontri chi non te lo offre
sii generoso e porgigli il tuo:
nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
come colui che non sa darlo.

giovedì 4 ottobre 2012

PALLONCINI A SCUOLA


Prima lezione di geografia sul reticolato
geografico. Ho  pensato di renderla più
comprensibile, divertente, hands on,
disegnandolo direttamente sul nostro
mappamondo faidaté: un palloncino
gonfiato.
Con un pennarello a spirito si disegnano,
con una certa approssimazione, continenti
e oceani; si fissano  i punti fondamentali
dei poli e dell'equatore, si procede  quindi
tracciando le linee, ora un po' meno
"immaginarie", dei meridiani e dei paralleli
(riconoscendo il meridiano di Greenwich,
col relativo antimeridiano), si osserva così il
proprio reticolato geografico.
Si possono inoltre individuare gli emisferi australe
e boreale, soffermandosi poi sulle etimologie
dei termini menzionati.
Buon lavoro e attenzione a non premere troppo,
altrimenti la Terra scoppia!

martedì 2 ottobre 2012

FILASTROCCHE IN MUSICA

Lavorando sulla filastrocca ho pensato
di ampliare l'argomento alle filastrocche
musicali d'autore:
"Volta la carta" di Fabrizio De André,
"Il libro" di Angelo Branduardi,
non le trovate anche voi  giocose, trascinanti,
nonostante "tutto" semplici.

Consegna: imitare le filastrocche, voltando le
carte del mercante in fiera, estratte a sorte da
loro stessi, trovando rime più o meno baciate!







sabato 29 settembre 2012

IL MARE E' UN ARTIGIANO



Il 29 settembre ricorre la giornata mondiale
del mare, uno dei nostri tesori più preziosi
da salvaguardare e proteggere per non
urtarne il  mistero, la nostalgica armonia,
l' inebriante senso di eternità...
Bruno Munari, una delle personalità più
poliedriche dell'arte contemporanea, dedica
al mare delle parole originalissime:

Tu butti qualcosa nel mare, e il mare
(dopo un tempo imprecisato e imprecisabile)
te lo restituisce lavorato, finito, levigato,
lucido o opaco secondo il materiale, e anche
bagnato perché così i colori sono più vivaci

Naturalmente non te lo restituisce subito,
non devi stare lì ad aspettarlo, e poi non
te lo restituisce nelle stesso posto dove
tu l’hai buttato. Tu gli butti (supponiamo)
una pietra grezza a Bogliasco e lui te la
restituisce arrotondata e levigata a Riva
Trigoso dopo il solito tempo imprecisato
sulla spiaggia delle alghe secche.

Infatti il mare lavora (non in tutto) come
un vero artigiano nel senso che non ha
orari fissi per fare il suo lavoro, i tempi
li decide lui, lavora solo quando sente che
è il momento giusto per agire.

Non puoi, difatti, chiedergli di fare
una produzione in serie di un certo sasso levigato
in quel modo; non puoi chiedergli di farne
cinquemila pezzi tutti uguali da consegnare
franco di porto alla spiaggia di Rimini.
No, questo non lo farà mai.
Lui farà solo pezzi unici e irripetibili,
come le opere d’arte...

mercoledì 26 settembre 2012

POESIE INVENTARIO

Adoro le poesie-lista o poesie-inventario:
non vincolano particolarmente alla lingua,
puntano dritto all'effetto emotivo e alla
suggestione delle immagini che evocano
alla nostra mente.
Considero alcuni versi della lirica di Corrado
Govoni "Le cose che fanno la domenica", orme
che ci aiutano a ripercorrere i sentieri abbandonati
della memoria...sono così delicatamente poetici  

LE COSE CHE FANNO LA DOMENICA

L’odore caldo del pane
che si cuoce dentro il forno.
Il canto del gallo nel pollaio.
Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
L’urto dei secchi contro il pozzo

e il cigolìo della puleggia.
La biancheria distesa nel prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola.
Gli specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica.
Il grido dello spazzacamino.
L’elemosina.
La neve.
Il canale gelato.
Il suono delle campane.
Le donne vestite di nero.
Le comunicanti.
Il suono bianco e nero del pianoforte.
Le suore bianche bendate come ferite.
I preti neri.
I ricoverati grigi.
L’azzurro del cielo sereno.
Le passeggiate degli amanti.
Le passeggiate dei malati.
Lo stormire degli alberi.
I gatti bianchi contro i vetri.
Il prillare delle rosse ventarole.
Lo sbattere delle finestre e delle porte.
Le bucce d’oro degli aranci sul selciato.
I bambini che giuocano nei viali al cerchio.
Le fontane aperte nei giardini.
Gli aquiloni librati sulle case.
I soldati che fanno la manovra azzurra.
I cavalli che scalpitano sulle pietre.
Le fanciulle che vendono le viole.
Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa.
Le colombe che tubano sul tetto.
I mandorli fioriti nel convento.
Gli oleandri rosei nei vestibuli.
Le tendine bianche che si muovono al vento.



Gli alunni saranno invitati a riflettere sulle
"cose che fanno" l'autunno, cercando di non
fermarsi esclusivamente alle foglie cadenti,
gialle, morte... eppure sempre magiche!

LE COSE CHE FANNO LA DOMENICA L'odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno.
Il canto del gallo nel pollaio.
Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
L'urto dei secchi contro il pozzo e il cigolio della puleggia.

La biancheria distesa nel prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola.
Gli specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica.
Il grido dello spazzacamino.
L'elemosina.
La neve.
Il canale
.
I soldati che fanno la rosei nei vestiboli.
Le tendine bianche che si muovono al vento.

W LA SCUOLA!

Oggi, 26 settembre, si celebra la giornata
internazionale dell'alfabetizzazione; trovo
che non si pensi mai abbastanza alla nostra
fortuna di avere scuole, più o meno di qualità,
da frequentare, criticare, odiare, benedire
...  guardate questo video, a mio avviso,
molto significativo


giovedì 20 settembre 2012

LA VITA A COLORI

Che tristezza la vita se non esistessero i
colori!
Prima media, primo mito dell'anno scolatico:
è la leggenda, tramandata dagli Indios della
Amazzonia, che racconta di come i colori siano
venuti sulla terra a renderci la vita più lieve, fraterna,
ma soprattutto a ricordarci il necessario rispetto
per tutte le diversità.

LA STORIA DEI COLORI

Tanto tempo fa, il pappagallo non aveva
colori; era tutto grigio, le sue piume erano
corte come quelle di una gallina bagnata.
Uno tra i tanti uccelli giunti chissà come nel
mondo. Gli Dei litigavano sempre; litigavano
perché il mondo era assai noioso con due
soli colori. Ed era motivata la loro ira, poiché
solo due colori si alternavano nel mondo: uno
era il nero che comandava la notte, l'altro era
il bianco che comandava il giorno, il terzo non
era un colore, era il grigio che dipingeva albe
e tramonti, affinché non si scontrassero troppo.
Questi Dei erano litigiosi ma molto sapienti.
In una riunione giunsero all'accordo di creare
nuovi colori, più vivaci perché fosse allegro il
camminare e l'amare di uomini e donne. Uno
degli Dei prese a camminare per pensare meglio,
e tanto pensava, che sbatté contro una pietra
ferendosi la testa, da dove uscì del sangue. Il dio,
dopo aver strillato per un bel pezzo, guardò il suo
sangue e vide che era di un altro colore, diverso
dai due colori e andò dagli altri Dei, mostrando
loro la nuova tinta che chiamarono "rosso", era
il terzo che nasceva. Un altro degli Dei cercava
un colore per dipingere la speranza. Lo trovò dopo
un bel pezzo e lo mostrò all'assemblea degli Dei
che gli misero il nome "verde" , era il quarto che
nasceva. Un altro cominciò a grattare forte a
terra. "Che fai?" gli chiesero gli altri Dei. "Cerco
il cuore della terra" rispose rivoltando la terra da
ogni lato. Dopo un po' trovò il cuore della terra, lo
mostrò agli altri dei che chiamarono marrone, era
il quinto colore. Un altro dio salì in alto.
"Vado a guardare il colore del mondo" disse, e
si mise a salire e scalare fino alla cima. Quando
arrivò ben in alto, guardò in giù e vide il colore del
mondo, ma non sapeva come fare a portarlo.
Allora rimase a guardare per un bel po', finché il
colore non gli si attaccò agli occhi. Discese come
poté, a tentoni, e andò all'assemblea degli Dei.
"Porto nei miei occhi il colore del mondo", E
"azzurro"  chiamarono il sesto colore. Un altro
dio stava cercando colori quando sentì che un
bambino rideva; si avvicinò con cautela e gli
prese la risata, lasciandolo piangente.
Per questo si dice che i bambini
improvvisamente ridono e improvvisamente
piangono. Il dio portò la risata del bambino
e misero nome "giallo" al settimo colore. A quel
punto gli dei che erano ormai stanchi, andarono
a dormire, lasciando i colori in una cassetta
buttata sotto un albero.
La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono,
cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero
tanti nuovi colori.
Quando gli Dei tornarono si accorsero che i colori
non erano più sette, ma molti di più, e guardarono
la cassetta. "Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura,
così dipingeremo il mondo". E salirono sulla cima
del monte, e da lì cominciarono a lanciare i colori,
così l'azzurro rimase parte nell'acqua e parte nel
cielo, il verde cadde sugli alberi e sulle piante, il
marrone, che era il più pesante, cadde sulla terra,
il giallo, che era un risata di bambino, volò fino a
tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli
uomini e degli animali che lo mangiarono,
colorandosi così di rosso. Il bianco e il nero già
esistevano.
Gli dei lanciavano i colori senza fare attenzione
a dove finivano, ed alcuni di essi spruzzarono
gli uomini; per questo vi sono persone di diversi
colori e di diverse opinioni. Allora, gli Dei, per non
dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero,
cercarono un modo per conservarli; stavano
pensando come fare quando videro il pappagallo.
Lo presero e gli attaccarono i colori e gli allungarono
le piume affinché ci stessero tutti.
E così il pappagallo prese tutti i colori. Ancora oggi
se ne va in giro, nel caso che gli uomini si
dimenticassero che molti sono i colori e le opinioni,
e che il mondo potrebbe essere allegro, se tutti i
colori e tutte le opinioni avessero il proprio
spazio".

.....e adesso buona visione!


martedì 18 settembre 2012

COS'E' LA POESIA?

Mi piacerebbe proprio introdurre le lezioni
settimanali di poesia con le parole ironiche,
scanzonate e profonde di Roberto Benigni;
sono sicura che aiuterebbero gli alunni, anche
i più refrattari, a non avere paura di questa
arte, antica e sempre nuova, accessibile a
tutti, nessuno escluso.

domenica 16 settembre 2012

PAROLE, PAROLE, PAROLE...

Esistono parole belle, chiare, solari, per
la musicalità del suono che producono,
altre sono misteriose, addirittura oscure
(anche se ne leggi la definizione non le
capisci mai fino in fondo), altre ancora
sono utili, "tecniche", buone da sapere,
ecco qualche esempio:

TRICOLOGICO
DOMOTICA
FILATELICO
LOGOPEDISTA
NUMISMATICA
EMEROTECA
CINOFILO
BIBLIOGRAFIA
ARALDICA
PINACOTECA

Si cercano sul vocabolario e si formulano
frasi che le contengano, se ne valuterà poi
in classe l'uso più o meno apppropriato.

giovedì 13 settembre 2012

PROMETTO A ME STESSA

Domani a scuola leggerò questa poesia
di Christian Larson, trovo sia un valido
patto morale che lega gli alunni, con la "a"
maiuscola, ad un impegno serio e profondo,
per il raggiungimento, nell'immediato, di un
clima di classe armonioso e costruttivo e,
ben più importante, nel lungo periodo,
di una personalità positiva  ed equilibrata.
La consegna sarà di continuare con la loro
serie di promesse a se stessi....

 PROMETTO A ME STESSO
Di essere così forte che niente possa
disturbare il mio equilibrio interiore.

Di parlare di salute, felicità, e prosperità
ad ogni persona che incontro.

Di far sentire a tutti i miei amici che c’ é
qualcosa in loro di importante.

Di guardare al lato positivo di ogni cosa e
di far diventare vero il mio ottimismo.

Di pensare solo il meglio, di lavorare solo
per il meglio e di aspettare solo il meglio.

Di essere così entusiasta del successo
degli altri quanto lo sono del mio.

Di dimenticare gli errori del passato e
affrettarmi verso le più grandi conquiste
del futuro.

Di avere un’espressione allegra in ogni
momento e regalare un sorriso ad ogni
creatura vivente che incontro.

Di impegnare così tanto tempo a
migliorare me stesso da non aver tempo
per criticare gli altri.

Di essere troppo grande per lamentarmi,
troppo nobile per arrabbiarmi,
troppo forte per aver paura,
e troppo felice per permettere
la presenza di guai.

Di amare me stesso e di proclamarlo
al mondo, non a voce alta, ma con grandi azioni.

Di vivere con la convinzione che il mondo intero
è dalla mia parte fintantochè sono fedele
alla mia essenza divina.

martedì 11 settembre 2012

PER NON DIMENTICARE...

Intendo ricordare l'attentato alle Torri
Gemelle, uno degli episodi più dolorosi
della nostra storia contemporanea,
con questo cortometraggio intitolato
"11 settembre 2001", realizzato da Sean
Penn.


domenica 9 settembre 2012

TANTI AUGURI A TE

Questa poesia rappresenta in modo
mirabile l'anima leggera, fuggevole,
impalpabile dei bambini... e di qualche
adulto che ne ha mantenuto vivo lo spirito.

QUANDO IL BAMBINO ERA BAMBINO

Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia
appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente;
e questa pozza, il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva d'essere un bambino.
Per lui tutto aveva un'anima,

e tutte le anime erano tutt'uno.

Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un'opinione.
Non aveva abitudini.
Sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via.
Aveva un vortice tra i capelli,
e non faceva facce dal fotografo.

Quando il bambino era bambino,
era l'epoca di queste domande.
Perché io sono io, e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non sono lí?
Quando é cominciato il tempo,

e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole, é forse solo un sogno?
Non é solo l'apparenza di un mondo

davanti a un mondo,
quello che vedo, sento e odoro?
C'é veramente il male e gente

veramente cattiva?
Come puó essere che io, che sono io,

non c'ero prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io,

non saró piú quello che sono?

Questa poesia di Peter Handke è
recitata nel film "Il cielo sopra Berlino"
di Wim Wenders, sentite che
delicatezza:



giovedì 6 settembre 2012

BUON ANNO SCOLASTICO

Questo post è rivolto agli alunni della mia
classe dello scorso anno scolastico.
Resterete sempre nei miei ricordi, grazie per
l'affetto che mi dimostrate, lo ricambio
dal profondo del cuore.

Vi dedico questa lettera, per me emozionante,
che lo scrittore Alessandro D'Avenia, (che
voi ben conoscete), ha rivolto agli insegnanti
lo scorso inizio d'anno scolastico.
Spero di essere sempre presente a questo ruolo e
a questi sentimenti, che danno un senso più
vero e profondo al nostro lavoro, che ripaga,
fuori busta, con soddisfazioni che non c'è
denaro che compri. Grazie e buon lavoro ragazzi!


Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo
giorno di scuola dai miei professori o cosa
vorrei che mi dicessero se tornassi studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei
miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi
studiare? Sarà difficile? Bisognerà
impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so.
Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei
doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di
diverso, di nuovo, perché io non cominci
ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno
un po’ voglia di cominciarlo quest’anno
scolastico. Dall’orecchio della passione
ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per
un anno intero ad ascoltarvi.
Ditemi per favore che tutto questo c’entra
con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a
capire meglio il mondo e me stesso, che
insomma ne vale la pena di stare qua.
Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite,
che lo sforzo che devo fare potrebbe
riempire la mia vita come riempie la vostra.
Avete dedicato studi, sforzi e sogni per
insegnarmi la vostra materia, adesso
dimostratemi che è tutto vero, che voi
siete i mediatori di qualcosa di
desiderabile e indispensabile, che voi
possedete e volete regalarmi.
Dimostratemi che perdete il sonno
per insegnare quelle cose che – dite –
valgono i miei sforzi. Voglio guardarli
bene i vostri occhi e se non brillano mi
annoierò, ve lo dico prima, e farò altro.
Non potete mentirmi. Se non ci credete
voi, perché dovrei farlo io? E non mi
parlate dei vostri stipendi, del sindacato,
della Gelmini, (ora del ministro Profumo) 
delle vostre beghe familiari e sentimentali,
dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni.
No. Parlatemi di quanto amate la forza del
sole che brucia da 5 miliardi di anni e
trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia.
 Ditemi come accade questo miracolo che
durerà almeno altri 5 miliardi di anni.
Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa
faccia e insegnatemi a interrogarla come
il pastore errante di Leopardi. Ditemi
come è possibile che la rosa abbia i
petali disposti secondo una proporzione
divina infallibile e perché il cuore è un
muscolo che batte involontariamente e
come fa l’occhio a trasformare la luce in
immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo
che non so e che voi potreste spiegarmi,
con gli occhi che vi brillano, perché solo
lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come
hanno fatto i Greci a costruire i loro templi
che ti sembra di essere a colloquio con gli
dei, e come hanno fatto i Romani a unire
bellezza e utilità come nessun altro. E
ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza
e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla.
Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha
fatto Dante, come ha fatto Magellano.
Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di
Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci
della mia vita, se non conosco quelle degli
altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia,
se non ho un briciolo di passione per quelle
che hanno lasciato il segno? Ditemi per
cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no,
non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi
vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi
a scovare i miei talenti, le mie passioni e i
miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo
se li avete anche voi i vostri sogni, progetti,
passioni. Altrimenti come farò a credervi?
E ricordatemi che la mia vita è una vita
irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi
a non accontentarmi di consumare piccoli
piaceri reali e virtuali, che sul momento mi
soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità
migliori, segnatevele su un registro, oltre a
quei voti che poi rimangono sempre gli stessi.
Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di
sogni campati in aria, ma allo stesso tempo
insegnatemi a sognare e ad acquisire la
pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli
diventare progetti.Insegnatemi a ragionare,
perché non prenda le mie idee dai luoghi
comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero
non pensato. Aiutatemi a essere libero.
Ricordatemi l’unità del sapere e non mi
raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti
voi dello stesso consiglio di classe:
non parlate male l’uno dell’altro, vi prego.
E ricordatemelo quanto è bello questo
Paese, parlatemene, fatemi venire voglia
di scoprire tutto quello che nasconde
prima ancora di desiderare una vacanza
a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei
non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete
ben chiuso il cinismo nel girone dei
traditori. Non nascondetemi le battaglie,
ma rendetemi forte per poterle affrontare
e non avvelenate le mie speranze, prima
ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.