Il nostro compito di insegnanti consiste
nell'educare, verbo "di cuore" che, etimologicamente,
vale per "condurre fuori", dal latino e-ducere,
cioè far germogliare e coltivare passioni,
inclinazioni e interessi dei nostri allievi.
Dobbiamo "semplicemente" innaffiare le menti dei
ragazzi che ci sono affidati così da far crescere
in loro ciò che hanno di autentico, di genuino,
di unico.
Si educa soprattutto con l’esempio,
li si orienta al bene, al buono, al vivere
civile, al sano amor di patria... valori solo
apparentemente stantii; l'obiettivo finale è
potenziare e affinare le attitudini e la
sensibilità, si tratta di educare il cuore, la
mente, gli affetti, la volontà, l’ingegno,
la fantasia, l’immaginazione, il gusto, i
sensi; ognuno farà la sua parte, educando
all’arte e al bello, al culto della verità o
della libertà, a scoprire la meraviglia del Creato,
a perdersi nei misteriosi meandri delle note e
delle parole, nella mirabile armonia delle forme
o nelle magiche e complesse formule della
matematica.
Il vero educatore parla prima al cuore
che all'intelligenza; non siamo trasmettitori
di nozioni ma formatori di uomini.
(Don Milani)
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