giovedì 6 settembre 2012

BUON ANNO SCOLASTICO

Questo post è rivolto agli alunni della mia
classe dello scorso anno scolastico.
Resterete sempre nei miei ricordi, grazie per
l'affetto che mi dimostrate, lo ricambio
dal profondo del cuore.

Vi dedico questa lettera, per me emozionante,
che lo scrittore Alessandro D'Avenia, (che
voi ben conoscete), ha rivolto agli insegnanti
lo scorso inizio d'anno scolastico.
Spero di essere sempre presente a questo ruolo e
a questi sentimenti, che danno un senso più
vero e profondo al nostro lavoro, che ripaga,
fuori busta, con soddisfazioni che non c'è
denaro che compri. Grazie e buon lavoro ragazzi!


Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo
giorno di scuola dai miei professori o cosa
vorrei che mi dicessero se tornassi studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei
miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi
studiare? Sarà difficile? Bisognerà
impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so.
Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei
doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di
diverso, di nuovo, perché io non cominci
ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno
un po’ voglia di cominciarlo quest’anno
scolastico. Dall’orecchio della passione
ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per
un anno intero ad ascoltarvi.
Ditemi per favore che tutto questo c’entra
con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a
capire meglio il mondo e me stesso, che
insomma ne vale la pena di stare qua.
Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite,
che lo sforzo che devo fare potrebbe
riempire la mia vita come riempie la vostra.
Avete dedicato studi, sforzi e sogni per
insegnarmi la vostra materia, adesso
dimostratemi che è tutto vero, che voi
siete i mediatori di qualcosa di
desiderabile e indispensabile, che voi
possedete e volete regalarmi.
Dimostratemi che perdete il sonno
per insegnare quelle cose che – dite –
valgono i miei sforzi. Voglio guardarli
bene i vostri occhi e se non brillano mi
annoierò, ve lo dico prima, e farò altro.
Non potete mentirmi. Se non ci credete
voi, perché dovrei farlo io? E non mi
parlate dei vostri stipendi, del sindacato,
della Gelmini, (ora del ministro Profumo) 
delle vostre beghe familiari e sentimentali,
dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni.
No. Parlatemi di quanto amate la forza del
sole che brucia da 5 miliardi di anni e
trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia.
 Ditemi come accade questo miracolo che
durerà almeno altri 5 miliardi di anni.
Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa
faccia e insegnatemi a interrogarla come
il pastore errante di Leopardi. Ditemi
come è possibile che la rosa abbia i
petali disposti secondo una proporzione
divina infallibile e perché il cuore è un
muscolo che batte involontariamente e
come fa l’occhio a trasformare la luce in
immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo
che non so e che voi potreste spiegarmi,
con gli occhi che vi brillano, perché solo
lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come
hanno fatto i Greci a costruire i loro templi
che ti sembra di essere a colloquio con gli
dei, e come hanno fatto i Romani a unire
bellezza e utilità come nessun altro. E
ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza
e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla.
Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha
fatto Dante, come ha fatto Magellano.
Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di
Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci
della mia vita, se non conosco quelle degli
altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia,
se non ho un briciolo di passione per quelle
che hanno lasciato il segno? Ditemi per
cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no,
non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi
vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi
a scovare i miei talenti, le mie passioni e i
miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo
se li avete anche voi i vostri sogni, progetti,
passioni. Altrimenti come farò a credervi?
E ricordatemi che la mia vita è una vita
irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi
a non accontentarmi di consumare piccoli
piaceri reali e virtuali, che sul momento mi
soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità
migliori, segnatevele su un registro, oltre a
quei voti che poi rimangono sempre gli stessi.
Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di
sogni campati in aria, ma allo stesso tempo
insegnatemi a sognare e ad acquisire la
pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli
diventare progetti.Insegnatemi a ragionare,
perché non prenda le mie idee dai luoghi
comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero
non pensato. Aiutatemi a essere libero.
Ricordatemi l’unità del sapere e non mi
raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti
voi dello stesso consiglio di classe:
non parlate male l’uno dell’altro, vi prego.
E ricordatemelo quanto è bello questo
Paese, parlatemene, fatemi venire voglia
di scoprire tutto quello che nasconde
prima ancora di desiderare una vacanza
a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei
non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete
ben chiuso il cinismo nel girone dei
traditori. Non nascondetemi le battaglie,
ma rendetemi forte per poterle affrontare
e non avvelenate le mie speranze, prima
ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.







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