giovedì 20 settembre 2012

LA VITA A COLORI

Che tristezza la vita se non esistessero i
colori!
Prima media, primo mito dell'anno scolatico:
è la leggenda, tramandata dagli Indios della
Amazzonia, che racconta di come i colori siano
venuti sulla terra a renderci la vita più lieve, fraterna,
ma soprattutto a ricordarci il necessario rispetto
per tutte le diversità.

LA STORIA DEI COLORI

Tanto tempo fa, il pappagallo non aveva
colori; era tutto grigio, le sue piume erano
corte come quelle di una gallina bagnata.
Uno tra i tanti uccelli giunti chissà come nel
mondo. Gli Dei litigavano sempre; litigavano
perché il mondo era assai noioso con due
soli colori. Ed era motivata la loro ira, poiché
solo due colori si alternavano nel mondo: uno
era il nero che comandava la notte, l'altro era
il bianco che comandava il giorno, il terzo non
era un colore, era il grigio che dipingeva albe
e tramonti, affinché non si scontrassero troppo.
Questi Dei erano litigiosi ma molto sapienti.
In una riunione giunsero all'accordo di creare
nuovi colori, più vivaci perché fosse allegro il
camminare e l'amare di uomini e donne. Uno
degli Dei prese a camminare per pensare meglio,
e tanto pensava, che sbatté contro una pietra
ferendosi la testa, da dove uscì del sangue. Il dio,
dopo aver strillato per un bel pezzo, guardò il suo
sangue e vide che era di un altro colore, diverso
dai due colori e andò dagli altri Dei, mostrando
loro la nuova tinta che chiamarono "rosso", era
il terzo che nasceva. Un altro degli Dei cercava
un colore per dipingere la speranza. Lo trovò dopo
un bel pezzo e lo mostrò all'assemblea degli Dei
che gli misero il nome "verde" , era il quarto che
nasceva. Un altro cominciò a grattare forte a
terra. "Che fai?" gli chiesero gli altri Dei. "Cerco
il cuore della terra" rispose rivoltando la terra da
ogni lato. Dopo un po' trovò il cuore della terra, lo
mostrò agli altri dei che chiamarono marrone, era
il quinto colore. Un altro dio salì in alto.
"Vado a guardare il colore del mondo" disse, e
si mise a salire e scalare fino alla cima. Quando
arrivò ben in alto, guardò in giù e vide il colore del
mondo, ma non sapeva come fare a portarlo.
Allora rimase a guardare per un bel po', finché il
colore non gli si attaccò agli occhi. Discese come
poté, a tentoni, e andò all'assemblea degli Dei.
"Porto nei miei occhi il colore del mondo", E
"azzurro"  chiamarono il sesto colore. Un altro
dio stava cercando colori quando sentì che un
bambino rideva; si avvicinò con cautela e gli
prese la risata, lasciandolo piangente.
Per questo si dice che i bambini
improvvisamente ridono e improvvisamente
piangono. Il dio portò la risata del bambino
e misero nome "giallo" al settimo colore. A quel
punto gli dei che erano ormai stanchi, andarono
a dormire, lasciando i colori in una cassetta
buttata sotto un albero.
La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono,
cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero
tanti nuovi colori.
Quando gli Dei tornarono si accorsero che i colori
non erano più sette, ma molti di più, e guardarono
la cassetta. "Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura,
così dipingeremo il mondo". E salirono sulla cima
del monte, e da lì cominciarono a lanciare i colori,
così l'azzurro rimase parte nell'acqua e parte nel
cielo, il verde cadde sugli alberi e sulle piante, il
marrone, che era il più pesante, cadde sulla terra,
il giallo, che era un risata di bambino, volò fino a
tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli
uomini e degli animali che lo mangiarono,
colorandosi così di rosso. Il bianco e il nero già
esistevano.
Gli dei lanciavano i colori senza fare attenzione
a dove finivano, ed alcuni di essi spruzzarono
gli uomini; per questo vi sono persone di diversi
colori e di diverse opinioni. Allora, gli Dei, per non
dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero,
cercarono un modo per conservarli; stavano
pensando come fare quando videro il pappagallo.
Lo presero e gli attaccarono i colori e gli allungarono
le piume affinché ci stessero tutti.
E così il pappagallo prese tutti i colori. Ancora oggi
se ne va in giro, nel caso che gli uomini si
dimenticassero che molti sono i colori e le opinioni,
e che il mondo potrebbe essere allegro, se tutti i
colori e tutte le opinioni avessero il proprio
spazio".

.....e adesso buona visione!


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