sabato 29 settembre 2012

IL MARE E' UN ARTIGIANO



Il 29 settembre ricorre la giornata mondiale
del mare, uno dei nostri tesori più preziosi
da salvaguardare e proteggere per non
urtarne il  mistero, la nostalgica armonia,
l' inebriante senso di eternità...
Bruno Munari, una delle personalità più
poliedriche dell'arte contemporanea, dedica
al mare delle parole originalissime:

Tu butti qualcosa nel mare, e il mare
(dopo un tempo imprecisato e imprecisabile)
te lo restituisce lavorato, finito, levigato,
lucido o opaco secondo il materiale, e anche
bagnato perché così i colori sono più vivaci

Naturalmente non te lo restituisce subito,
non devi stare lì ad aspettarlo, e poi non
te lo restituisce nelle stesso posto dove
tu l’hai buttato. Tu gli butti (supponiamo)
una pietra grezza a Bogliasco e lui te la
restituisce arrotondata e levigata a Riva
Trigoso dopo il solito tempo imprecisato
sulla spiaggia delle alghe secche.

Infatti il mare lavora (non in tutto) come
un vero artigiano nel senso che non ha
orari fissi per fare il suo lavoro, i tempi
li decide lui, lavora solo quando sente che
è il momento giusto per agire.

Non puoi, difatti, chiedergli di fare
una produzione in serie di un certo sasso levigato
in quel modo; non puoi chiedergli di farne
cinquemila pezzi tutti uguali da consegnare
franco di porto alla spiaggia di Rimini.
No, questo non lo farà mai.
Lui farà solo pezzi unici e irripetibili,
come le opere d’arte...

mercoledì 26 settembre 2012

POESIE INVENTARIO

Adoro le poesie-lista o poesie-inventario:
non vincolano particolarmente alla lingua,
puntano dritto all'effetto emotivo e alla
suggestione delle immagini che evocano
alla nostra mente.
Considero alcuni versi della lirica di Corrado
Govoni "Le cose che fanno la domenica", orme
che ci aiutano a ripercorrere i sentieri abbandonati
della memoria...sono così delicatamente poetici  

LE COSE CHE FANNO LA DOMENICA

L’odore caldo del pane
che si cuoce dentro il forno.
Il canto del gallo nel pollaio.
Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
L’urto dei secchi contro il pozzo

e il cigolìo della puleggia.
La biancheria distesa nel prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola.
Gli specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica.
Il grido dello spazzacamino.
L’elemosina.
La neve.
Il canale gelato.
Il suono delle campane.
Le donne vestite di nero.
Le comunicanti.
Il suono bianco e nero del pianoforte.
Le suore bianche bendate come ferite.
I preti neri.
I ricoverati grigi.
L’azzurro del cielo sereno.
Le passeggiate degli amanti.
Le passeggiate dei malati.
Lo stormire degli alberi.
I gatti bianchi contro i vetri.
Il prillare delle rosse ventarole.
Lo sbattere delle finestre e delle porte.
Le bucce d’oro degli aranci sul selciato.
I bambini che giuocano nei viali al cerchio.
Le fontane aperte nei giardini.
Gli aquiloni librati sulle case.
I soldati che fanno la manovra azzurra.
I cavalli che scalpitano sulle pietre.
Le fanciulle che vendono le viole.
Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa.
Le colombe che tubano sul tetto.
I mandorli fioriti nel convento.
Gli oleandri rosei nei vestibuli.
Le tendine bianche che si muovono al vento.



Gli alunni saranno invitati a riflettere sulle
"cose che fanno" l'autunno, cercando di non
fermarsi esclusivamente alle foglie cadenti,
gialle, morte... eppure sempre magiche!

LE COSE CHE FANNO LA DOMENICA L'odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno.
Il canto del gallo nel pollaio.
Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
L'urto dei secchi contro il pozzo e il cigolio della puleggia.

La biancheria distesa nel prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola.
Gli specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica.
Il grido dello spazzacamino.
L'elemosina.
La neve.
Il canale
.
I soldati che fanno la rosei nei vestiboli.
Le tendine bianche che si muovono al vento.

W LA SCUOLA!

Oggi, 26 settembre, si celebra la giornata
internazionale dell'alfabetizzazione; trovo
che non si pensi mai abbastanza alla nostra
fortuna di avere scuole, più o meno di qualità,
da frequentare, criticare, odiare, benedire
...  guardate questo video, a mio avviso,
molto significativo


giovedì 20 settembre 2012

LA VITA A COLORI

Che tristezza la vita se non esistessero i
colori!
Prima media, primo mito dell'anno scolatico:
è la leggenda, tramandata dagli Indios della
Amazzonia, che racconta di come i colori siano
venuti sulla terra a renderci la vita più lieve, fraterna,
ma soprattutto a ricordarci il necessario rispetto
per tutte le diversità.

LA STORIA DEI COLORI

Tanto tempo fa, il pappagallo non aveva
colori; era tutto grigio, le sue piume erano
corte come quelle di una gallina bagnata.
Uno tra i tanti uccelli giunti chissà come nel
mondo. Gli Dei litigavano sempre; litigavano
perché il mondo era assai noioso con due
soli colori. Ed era motivata la loro ira, poiché
solo due colori si alternavano nel mondo: uno
era il nero che comandava la notte, l'altro era
il bianco che comandava il giorno, il terzo non
era un colore, era il grigio che dipingeva albe
e tramonti, affinché non si scontrassero troppo.
Questi Dei erano litigiosi ma molto sapienti.
In una riunione giunsero all'accordo di creare
nuovi colori, più vivaci perché fosse allegro il
camminare e l'amare di uomini e donne. Uno
degli Dei prese a camminare per pensare meglio,
e tanto pensava, che sbatté contro una pietra
ferendosi la testa, da dove uscì del sangue. Il dio,
dopo aver strillato per un bel pezzo, guardò il suo
sangue e vide che era di un altro colore, diverso
dai due colori e andò dagli altri Dei, mostrando
loro la nuova tinta che chiamarono "rosso", era
il terzo che nasceva. Un altro degli Dei cercava
un colore per dipingere la speranza. Lo trovò dopo
un bel pezzo e lo mostrò all'assemblea degli Dei
che gli misero il nome "verde" , era il quarto che
nasceva. Un altro cominciò a grattare forte a
terra. "Che fai?" gli chiesero gli altri Dei. "Cerco
il cuore della terra" rispose rivoltando la terra da
ogni lato. Dopo un po' trovò il cuore della terra, lo
mostrò agli altri dei che chiamarono marrone, era
il quinto colore. Un altro dio salì in alto.
"Vado a guardare il colore del mondo" disse, e
si mise a salire e scalare fino alla cima. Quando
arrivò ben in alto, guardò in giù e vide il colore del
mondo, ma non sapeva come fare a portarlo.
Allora rimase a guardare per un bel po', finché il
colore non gli si attaccò agli occhi. Discese come
poté, a tentoni, e andò all'assemblea degli Dei.
"Porto nei miei occhi il colore del mondo", E
"azzurro"  chiamarono il sesto colore. Un altro
dio stava cercando colori quando sentì che un
bambino rideva; si avvicinò con cautela e gli
prese la risata, lasciandolo piangente.
Per questo si dice che i bambini
improvvisamente ridono e improvvisamente
piangono. Il dio portò la risata del bambino
e misero nome "giallo" al settimo colore. A quel
punto gli dei che erano ormai stanchi, andarono
a dormire, lasciando i colori in una cassetta
buttata sotto un albero.
La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono,
cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero
tanti nuovi colori.
Quando gli Dei tornarono si accorsero che i colori
non erano più sette, ma molti di più, e guardarono
la cassetta. "Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura,
così dipingeremo il mondo". E salirono sulla cima
del monte, e da lì cominciarono a lanciare i colori,
così l'azzurro rimase parte nell'acqua e parte nel
cielo, il verde cadde sugli alberi e sulle piante, il
marrone, che era il più pesante, cadde sulla terra,
il giallo, che era un risata di bambino, volò fino a
tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli
uomini e degli animali che lo mangiarono,
colorandosi così di rosso. Il bianco e il nero già
esistevano.
Gli dei lanciavano i colori senza fare attenzione
a dove finivano, ed alcuni di essi spruzzarono
gli uomini; per questo vi sono persone di diversi
colori e di diverse opinioni. Allora, gli Dei, per non
dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero,
cercarono un modo per conservarli; stavano
pensando come fare quando videro il pappagallo.
Lo presero e gli attaccarono i colori e gli allungarono
le piume affinché ci stessero tutti.
E così il pappagallo prese tutti i colori. Ancora oggi
se ne va in giro, nel caso che gli uomini si
dimenticassero che molti sono i colori e le opinioni,
e che il mondo potrebbe essere allegro, se tutti i
colori e tutte le opinioni avessero il proprio
spazio".

.....e adesso buona visione!


martedì 18 settembre 2012

COS'E' LA POESIA?

Mi piacerebbe proprio introdurre le lezioni
settimanali di poesia con le parole ironiche,
scanzonate e profonde di Roberto Benigni;
sono sicura che aiuterebbero gli alunni, anche
i più refrattari, a non avere paura di questa
arte, antica e sempre nuova, accessibile a
tutti, nessuno escluso.

domenica 16 settembre 2012

PAROLE, PAROLE, PAROLE...

Esistono parole belle, chiare, solari, per
la musicalità del suono che producono,
altre sono misteriose, addirittura oscure
(anche se ne leggi la definizione non le
capisci mai fino in fondo), altre ancora
sono utili, "tecniche", buone da sapere,
ecco qualche esempio:

TRICOLOGICO
DOMOTICA
FILATELICO
LOGOPEDISTA
NUMISMATICA
EMEROTECA
CINOFILO
BIBLIOGRAFIA
ARALDICA
PINACOTECA

Si cercano sul vocabolario e si formulano
frasi che le contengano, se ne valuterà poi
in classe l'uso più o meno apppropriato.

giovedì 13 settembre 2012

PROMETTO A ME STESSA

Domani a scuola leggerò questa poesia
di Christian Larson, trovo sia un valido
patto morale che lega gli alunni, con la "a"
maiuscola, ad un impegno serio e profondo,
per il raggiungimento, nell'immediato, di un
clima di classe armonioso e costruttivo e,
ben più importante, nel lungo periodo,
di una personalità positiva  ed equilibrata.
La consegna sarà di continuare con la loro
serie di promesse a se stessi....

 PROMETTO A ME STESSO
Di essere così forte che niente possa
disturbare il mio equilibrio interiore.

Di parlare di salute, felicità, e prosperità
ad ogni persona che incontro.

Di far sentire a tutti i miei amici che c’ é
qualcosa in loro di importante.

Di guardare al lato positivo di ogni cosa e
di far diventare vero il mio ottimismo.

Di pensare solo il meglio, di lavorare solo
per il meglio e di aspettare solo il meglio.

Di essere così entusiasta del successo
degli altri quanto lo sono del mio.

Di dimenticare gli errori del passato e
affrettarmi verso le più grandi conquiste
del futuro.

Di avere un’espressione allegra in ogni
momento e regalare un sorriso ad ogni
creatura vivente che incontro.

Di impegnare così tanto tempo a
migliorare me stesso da non aver tempo
per criticare gli altri.

Di essere troppo grande per lamentarmi,
troppo nobile per arrabbiarmi,
troppo forte per aver paura,
e troppo felice per permettere
la presenza di guai.

Di amare me stesso e di proclamarlo
al mondo, non a voce alta, ma con grandi azioni.

Di vivere con la convinzione che il mondo intero
è dalla mia parte fintantochè sono fedele
alla mia essenza divina.

martedì 11 settembre 2012

PER NON DIMENTICARE...

Intendo ricordare l'attentato alle Torri
Gemelle, uno degli episodi più dolorosi
della nostra storia contemporanea,
con questo cortometraggio intitolato
"11 settembre 2001", realizzato da Sean
Penn.


domenica 9 settembre 2012

TANTI AUGURI A TE

Questa poesia rappresenta in modo
mirabile l'anima leggera, fuggevole,
impalpabile dei bambini... e di qualche
adulto che ne ha mantenuto vivo lo spirito.

QUANDO IL BAMBINO ERA BAMBINO

Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia
appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente;
e questa pozza, il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva d'essere un bambino.
Per lui tutto aveva un'anima,

e tutte le anime erano tutt'uno.

Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un'opinione.
Non aveva abitudini.
Sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via.
Aveva un vortice tra i capelli,
e non faceva facce dal fotografo.

Quando il bambino era bambino,
era l'epoca di queste domande.
Perché io sono io, e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non sono lí?
Quando é cominciato il tempo,

e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole, é forse solo un sogno?
Non é solo l'apparenza di un mondo

davanti a un mondo,
quello che vedo, sento e odoro?
C'é veramente il male e gente

veramente cattiva?
Come puó essere che io, che sono io,

non c'ero prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io,

non saró piú quello che sono?

Questa poesia di Peter Handke è
recitata nel film "Il cielo sopra Berlino"
di Wim Wenders, sentite che
delicatezza:



giovedì 6 settembre 2012

BUON ANNO SCOLASTICO

Questo post è rivolto agli alunni della mia
classe dello scorso anno scolastico.
Resterete sempre nei miei ricordi, grazie per
l'affetto che mi dimostrate, lo ricambio
dal profondo del cuore.

Vi dedico questa lettera, per me emozionante,
che lo scrittore Alessandro D'Avenia, (che
voi ben conoscete), ha rivolto agli insegnanti
lo scorso inizio d'anno scolastico.
Spero di essere sempre presente a questo ruolo e
a questi sentimenti, che danno un senso più
vero e profondo al nostro lavoro, che ripaga,
fuori busta, con soddisfazioni che non c'è
denaro che compri. Grazie e buon lavoro ragazzi!


Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo
giorno di scuola dai miei professori o cosa
vorrei che mi dicessero se tornassi studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei
miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi
studiare? Sarà difficile? Bisognerà
impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so.
Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei
doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di
diverso, di nuovo, perché io non cominci
ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno
un po’ voglia di cominciarlo quest’anno
scolastico. Dall’orecchio della passione
ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per
un anno intero ad ascoltarvi.
Ditemi per favore che tutto questo c’entra
con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a
capire meglio il mondo e me stesso, che
insomma ne vale la pena di stare qua.
Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite,
che lo sforzo che devo fare potrebbe
riempire la mia vita come riempie la vostra.
Avete dedicato studi, sforzi e sogni per
insegnarmi la vostra materia, adesso
dimostratemi che è tutto vero, che voi
siete i mediatori di qualcosa di
desiderabile e indispensabile, che voi
possedete e volete regalarmi.
Dimostratemi che perdete il sonno
per insegnare quelle cose che – dite –
valgono i miei sforzi. Voglio guardarli
bene i vostri occhi e se non brillano mi
annoierò, ve lo dico prima, e farò altro.
Non potete mentirmi. Se non ci credete
voi, perché dovrei farlo io? E non mi
parlate dei vostri stipendi, del sindacato,
della Gelmini, (ora del ministro Profumo) 
delle vostre beghe familiari e sentimentali,
dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni.
No. Parlatemi di quanto amate la forza del
sole che brucia da 5 miliardi di anni e
trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia.
 Ditemi come accade questo miracolo che
durerà almeno altri 5 miliardi di anni.
Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa
faccia e insegnatemi a interrogarla come
il pastore errante di Leopardi. Ditemi
come è possibile che la rosa abbia i
petali disposti secondo una proporzione
divina infallibile e perché il cuore è un
muscolo che batte involontariamente e
come fa l’occhio a trasformare la luce in
immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo
che non so e che voi potreste spiegarmi,
con gli occhi che vi brillano, perché solo
lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come
hanno fatto i Greci a costruire i loro templi
che ti sembra di essere a colloquio con gli
dei, e come hanno fatto i Romani a unire
bellezza e utilità come nessun altro. E
ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza
e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla.
Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha
fatto Dante, come ha fatto Magellano.
Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di
Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci
della mia vita, se non conosco quelle degli
altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia,
se non ho un briciolo di passione per quelle
che hanno lasciato il segno? Ditemi per
cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no,
non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi
vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi
a scovare i miei talenti, le mie passioni e i
miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo
se li avete anche voi i vostri sogni, progetti,
passioni. Altrimenti come farò a credervi?
E ricordatemi che la mia vita è una vita
irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi
a non accontentarmi di consumare piccoli
piaceri reali e virtuali, che sul momento mi
soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità
migliori, segnatevele su un registro, oltre a
quei voti che poi rimangono sempre gli stessi.
Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di
sogni campati in aria, ma allo stesso tempo
insegnatemi a sognare e ad acquisire la
pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli
diventare progetti.Insegnatemi a ragionare,
perché non prenda le mie idee dai luoghi
comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero
non pensato. Aiutatemi a essere libero.
Ricordatemi l’unità del sapere e non mi
raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti
voi dello stesso consiglio di classe:
non parlate male l’uno dell’altro, vi prego.
E ricordatemelo quanto è bello questo
Paese, parlatemene, fatemi venire voglia
di scoprire tutto quello che nasconde
prima ancora di desiderare una vacanza
a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei
non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete
ben chiuso il cinismo nel girone dei
traditori. Non nascondetemi le battaglie,
ma rendetemi forte per poterle affrontare
e non avvelenate le mie speranze, prima
ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.







mercoledì 5 settembre 2012

LIBRI IN TUTTE LE SALSE

Un interessante percorso di lettura da
ripetere è basato sull'approccio al libro,
in qualunque modo possibile:
- visita ad una libreria cittadina;
LIBRO NUOVO
- visita ad un mercatino di vecchi libri
LIBRO USATO
- visita alla Biblioteca Comunale
LIBRO PRESTATO
- pensiero speciale per varie
occasioni: compleanno, Natale, ecc.
LIBRO REGALATO

Per avere le idee "abbastanza" chiare,
ogni mese o trimestre, si propongono
agli alunni  i classici più amati dai giovani,
da tante generazioni, e si presenta
loro la classifica dei libri più venduti,
senza disdegnare alcun genere.

La lettura è per la mente quello che
l'esercizio è per il corpo.
                       Joseph Addison
 

martedì 4 settembre 2012

L'IMPORTANTE E' COLLABORARE

Per far capire ai miei alunni
l'importanza dei valori della
solidarietà e della collaborazione,
(anche e soprattutto in classe)
racconto loro questa storia del
Mahatma Gandhi, a mio avviso,
molto significativa:

"- Un sant’uomo poté un giorno conversare
con Dio e gli chiese : «Signore, mi piacerebbe
sapere come sono il Paradiso e l’Inferno».
Dio condusse il sant’uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno.
C’era una grandissima tavola rotonda,

al centro di essa si trovava un enorme 
recipiente contenente cibo dal profumo
delizioso.
Il sant’ uomo sentì l’acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano

magre, dall’aspetto livido e malato.
Avevano tutti l’aria affamata.
Avevano  dei cucchiai dai manici lunghissimi,

attaccati alle loro  braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e

raccoglierne un po’, ma poiché il manico del
cucchiaio era più lungo del loro braccio non
potevano accostare il cibo alla bocca. 
Il sant’uomo tremò alla vista della loro
miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”.
Dio e l’uomo si diressero verso la seconda

porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide
era identica alla precedente.
C’era la grande tavola rotonda, il recipiente

che gli fece venire l’acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano

anch’esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite,

felici conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant’uomo disse a Dio : «Non capisco!»
- E’ semplice, – rispose Dio, – essi hanno

imparato che il manico del cucchiaio troppo
lungo, non consente di nutrire sé stessi….
ma permette di nutrire il proprio vicino.
Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con
gli altri!
Quelli dell’altra tavola, invece, non pensano

che a loro stessi…
Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura…
La differenza la portiamo dentro di noi!!!
Sii il cambiamento che vuoi vedere
avvenire nel mondo".


lunedì 3 settembre 2012

SCRITTURA CREATIVA



Considerato che occorre abituare i giovani
a osservare, a soffermarsi sulle cose, a
esaminare con sguardo analitico il mondo che
li circonda, intendo assegnare loro questo
compito particolare:
IL MIO VIAGGIO DA CASA A SCUOLA
Materiale necessario: quaderno, penna e un po'
di coraggio!
Si prendono appunti, si annotano dettagli e
particolari, si descrivono oggetti  e situazioni
solo apparentemente banali, si immaginano
storie relative alle persone che si incontrano,
soffermandosi su quelle che colpiscono
maggiormente l'attenzione.
Non è mera curiosità è indagine, critica,
riflessione.
Questa è la traccia della storia da raccontare.

L'inconsueto viaggio inizia la mattina presto, si
esce e si osserva con occhi nuovi ciò che 
sembrava stesse lì da sempre senza un perchè,
si scruta la gente, (senza esagerare naturalmente),
si ascoltano spezzoni di conversazioni, si usano
tutti i sensi possibili, lasciandosi trasportare
in un'atmosfera insolita, nuova.

Tutto deve essere fatto nella quotidianità,
sapendo assaporare di più ogni momento,
concentrandosi sul mondo, prima invisibile,
delle vite degli altri.... spazio alla fantasia e
buon viaggio!

N.B.Ringrazio Alessandro Cristofari di Scriptio
Blog per l'ottimo post cui mi sono ispirata.





domenica 2 settembre 2012

ETIMOLOGIA: EMBRIONE

 Il post
 http://ildiariodibenedetta.blogspot.it/2012/08/immagine-poetica.html,
mi ha fatto tornare alla mente l'etimologia
della parola embrione, che, a mio avviso,
ha un significato molto bello.
Viene dal greco "enbryein" e vuol dire
"ciò che germina, pullula, fiorisce dentro",
indicando la vita che sboccia, germoglia,
si schiude all'interno del corpo di una
mamma.
A sua volta il termine greco  è composto
da één= dentro + brìo= essere pieno,
rigurgitare di qualcosa, in effetti una
donna incinta suscita l'idea della pienezza,
dell'esplosione, non solo fisica, ma della
gioia, dell'amore, basta guardarne gli occhi
sognanti, estasiati dall'attesa di un mistero.

In senso figurato il termine mantiene  il
suo fascino, indicando tutto ciò che è in
germe, in abbozzo, ciò che fiorisce nella
nostra mente,come prima e non ancora
chiara idea di un pensiero, di un concetto,
di un'opera...

...che aspettano solo di prendere vita.