domenica 28 ottobre 2018

RIDERE CON LE FIAVOLE(FIABE+FAVOLE)!

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Io? Comportarmi bene? Da piccola vedevo 
Tarzan andare in giro nudo. Cenerentola 
arrivava a mezzanotte. Pinocchio diceva
bugie. Aladino era un ladro. Batman guidava 
a 320 km/h. Biancaneve abitava in una casa 
con 7 uomini. Popeye fumava ed era tutto 
tatuato, Cappuccetto Rosso andava in giro
per il bosco da sola e dava pure confidenza 
al lupo, Pollon usava una polverina bianca per 
portare allegria... Tutto questo per non parlare 
della filastrocca più famosa...... 3 civette che 
facevano l'amore con la figlia del dottore... 
Ma dai....!? Troppo tardi! La colpa non è mia, 
ma della mia infanzia!

 Queste sono le favole che abbiamo letto in classe:


Per ridere un po' vi consiglio di ascoltare la favola
Il lupo e l'agnello nelle versioni comiche  di
Flavio Oreglio e Natalino Balasso, questi i link:
https://www.youtube.com/watch?v=Xy9v3aP6hw0
https://www.youtube.com/watch?v=NBKfRe1s1jY 
qui di seguito la versione ufficiale: 









FAVOLA: CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA

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Non è proprio una favola e neanche
una filastrocca, è un misto di prosa e rime,
ricche di leggerezza e musicalità,
si tratta della LETTERA DI UN RAGNO AL
SUO PADRON DI CASA di
Gianni Rodari. Ascoltiamola:
Ecco il testo:

Egregio Signore,
sono un vecchio ragno e sono vissuto finora proprio alle sue spalle dietro il busto di gesso di questo strano personaggio con due facce che mi sembra si chiami il dio Giano. Anzi, senta ...
Il buon dio Giano, com'era stran,o aveva due facce per far le boccacce. Dietro la testa guarda  caso gli è spuntato un altro naso. Però non è del dio Giano che voglio parlarle, ma della mia vecchia e povera persona.
Ero un bel ragno grasso e nero ai miei tempi. Ma ... sono stato ridotto così dalle tante battaglie che ho dovuto sostenere con la di lei moglie, che ogni mattina distruggeva con un sol colpo di scopa le mie pazienti creazioni nel campo della tessitura.
Se lei fosse un pescatore e un pescecane e le distrugessero tutte le mattine la rete come farebbe a vivere?
Con questo non voglio paragonare la sua signora a un pescecane. Ma ... insomma mi sono dovuto ridurre a dare la caccia ai moscerini in libreria, e mi sono accampato in un piccolo rifugio dietro la testa del dio Giano, che non se ne lamenta troppo. Così sono invecchiato.
Le mosche sono sempre più rare con tutti gli insetticidi che hanno inventato. Vorrei pregare la sua signora di lasciarne vivere almeno due o tre la settimana, di non farle morire proprie tutte.
Ma so che questo è impossibile. La sua signora odia le mosche, perché le sporcano le tovaglie e i vetri delle finestre. Perciò ho deciso di lasciare questa casa e di trasferirmi in campagna, là forse troverò da vivere.
Ho ricevuto un messagio da alcuni amici miei che vivenano in solaio e sono emigrati in giardino. Si trovano bene e mi invitano a raggiungerli. Si, signore, ce ne andiamo tutti. I ragni lasciano le case degli uomini perché non vi trovano più cibo. Me ne vado senza malinconia.
Ma ... mi sarebbe sembrato di farle un dispetto e di mancarle di cortesia, andandomene senza salutare.
Suo devotissimo
Ragno Ottozampe

Consegna:
Riscrivete la favola cambiando il
punto di vista:
Lettera del padron di casa al ragno...

PER RIFLETTERE:

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domenica 21 ottobre 2018

APPROFONDIMENTO: I MOSTRI MITOLOGICI

(nel video troverete una parolaccia,
scusatelo, poteva anche evitarla!😈)
Gli approfondimenti sui mostri
mitologici coinvolgono molto gli alunni,
io li organizzo così:

- stilo un elenco di mostri mitologici
   (tanti quanti sono gli alunni)
- ad ogni mostro assegno un numero
- ogni alunno sceglie un numero e
  svolge l'approfondimento corrispondente
  (questo per evitare liti, si sa che l'erba del
  vicino è sempre più verde!)
- la ricerca per casa va scritta a mano,
  estrapolando le informazioni da varie fonti
- ogni mostro va raffigurato in un disegno
- ultima tappa, in classe, ogni alunno "sale"
  in cattedra  e spiega ai compagni le
  caratteristiche e i miti collegati al suo
  mostro, cercando di interessare e
  incuriosire la "platea".
 

ELENCO DEI MOSTRI:

ARGO
ARPIE
GORGONI
BRIAREO
IDRA DI LERNA
CENTAURI
CERBERO
LAMIA
CICLOPI
LEONE DI NEMEA
CHIMERA
GERIONE
ECATONCHIRI
ECHIDNA
ERINNI
MOIRE
MINOTAURO
PEGASO
SCILLA E CARIDDI
PROTEO
SIRENE
STINFALIDI
TRITONE
TIFONE
SFINGE

Questi sono i vostri disegni: ottimo
lavoro ragazzi!




























giovedì 18 ottobre 2018

MITOLOGIA GRECA

Posto questo video relativi ai miti
greci come approfondimento e
ripasso per lo studio pomeridiano.










 Buon lavoro ragazzi!

venerdì 12 ottobre 2018

DA FAVOLA A FILASTROCCA

Ho preso l'idea da "La cicala
e la formica" di Jean de La
Fontaine.

Questa è la favola "in prosa":

L'estate passava felice per la 
cicala che si godeva il sole 
sulle foglie degli alberi e 
cantava, cantava, cantava. 
Venne il freddo e la cicala 
imprevidente, si trovò senza 
un rifugio e senza cibo.
Si ricordò che la formica 
per tutta l'estate aveva 
accumulato provviste nella 
sua calda casina sotto terra. 
Andò a bussare alla porta 
della formica.
La formica si fece sulla 
porta reggendo una vecchia 
lampada ad olio.
- Cosa vuoi? - chiese con 
aria infastidita.
- Ho freddo, ho fame…
.- balbettò la cicala. 
Dietro di lei si vedeva la 
campagna innevata. 
Anche il cappello della 
cicala ed il violino erano 
pieni di neve.
- Ma davvero? - brontolò 
la formica - lo ho lavorato 
tutta l'estate per accumulare 
il cibo per l'inverno. 
Tu che cosa hai fatto in 
quelle giornate di sole?
- Io ho cantato!
- Hai cantato? - Bene… 
adesso balla!
La formica richiuse la porta 
e tornò al calduccio della 
sua casetta, mentre la cicala, 
con il cappello ed il violino 
coperti di neve, si allontanava, 
ad ali basse, nella campagna.

Questa è la favola "in poesia":

La Cicala che imprudente
tutta estate al sol cantò,
provveduta di niente
nell’inverno si trovò,
senza più un granello e senza
una mosca nella credenza.

Affamata e lamentosa
va a cercar della Formica
e le chiede qualche cosa,
qualche cosa in cortesia
per poter fino alla prossima
primavera tirar via:
promettendo per l’agosto,
in coscienza l’animale,
interessi e capitale.
 

La Formica che ha il difetto
di prestar malvolentieri,
le domanda chiaro e netto:
– Che hai fatto tu fino a ieri?
– Cara amica, a dire il giusto,
non ho fatto che cantare
tutto il tempo. – Brava, ho gusto,
balla adesso, se ti pare.


DA PROSA A POESIA
DA FAVOLA A FILASTROCCA
Questi sono i vostri lavori,
ispirati alla favola di Esopo 
"Il leone e il cinghiale".

Ecco il testo in prosa:
D'estate, quando il calore 
provoca la sete, un leone 
e un cinghiale andarono a 
bere a una piccola fonte, 
e cominciarono a litigare 
su chi dei due dovesse 
dissetarsi per primo.
La lite si inasprì fino 

a trasformarsi in duello 
mortale. Ma ecco che, 
mentre si volgevano un 
momento per riprendere 
fiato, scorsero degli 
avvoltoi che stavano lì 
ad aspettare il primo 
che sarebbe caduto, 
per mangiarselo.
A tal vista, ponendo 

fine al duello, 
dichiararono: 
" Meglio diventare amici 
che diventar pascolo di 
avvoltoi e di corvi ".

Ecco le vostre divertenti filastrocche:

MARILA E MARGHERITA:
In un bel giorno d'estate,
quando i pesci fanno il bagno,
un leone e un cinghiale
vanno a bere nello stagno.
Cominciano subito a litigare
per chi lì berrà all'inizio 
e continuano a lottare 
per togliersi lo sfizio.
Esausti per lo sforzo,
riprendono un po' fiato
e invece di bere un sorso
guardano il proprio stato
Alzano infatti lo sguardo
e vedono due grandi avvoltoi:
con occhi spaventati 
si dicono tra loro:
- E' meglio essere amici pur di 
rimanere vivi e felici! 

FRANCESCA E LORENZO:
In un caldo giorno d'estate,
un leone e un cinghiale
andarono a bere alle cascate.
Subito presero a litigare
scatenando una lotta infernale.
Esausti per la fatica
decisero presto di farla finita,
Appunto mentre riposavano,
dopo la lotta agguerrita,
gli avvoltoi li guardavano
come carne già abbrustolita.
Alla fine i duellanti pur di non
diventare una torta farcita,
decisero di abbandonare l'orgoglio
e chiudere pari la partita. 

CHIARA E SOFIA:
In un caldo giorno d'estate
il leone e il cinghiale
decisero di andare allo stagno
per l'acqua gustare.
Arrivati, cominciarono a litigare
per chi si dovesse per primo abbeverare.
Tra zampate e morsi diventarono
feroci come leoni e orsi,
ma poco dopo due avvoltoi arrivarono
e per poco non li mangiarono.
Alla fine meglio rimanere amici 
che essere mangiati come gustose pernici.

ALESSANDRO E FRANCESCO:
In un caldo giorno d'estate
si sentirono litigate
tra il cinghiale e il leone
che facevan confusione.
Ognuno voleva bere per primo
finendo così per tirarsi il limo.
Ormai arrancanti
e con gli occhi pesti per i pianti
alzarono la testa
vedendo gli avvoltoi che facevano festa.
Allora decisero di smettere
e l'orgoglio da parte mettere, 
perché la vita volevan tenere
e gli avvoltoi a bocca asciutta vedere.

ALESSANDRO E NICOLAS:
In un caldo giorno d'estate
il leone e il cinghiale andarono a
a bere nello stesso laghetto
dove dissetarsi con qualche sorsetto.
Subito presero a litigare 
per chi doveva bere per primo
nello stagno "imperiale",
finirono a sfidarsi a duello
dandosi morsi, zampate e colpi di randello.
Finita la lotta si fermarono per un momento,
i due si guardarono senza commento,
alzarono la testa e 
videro gli avvoltoi volare nel vento
e, per la paura, scapparono appena in tempo.
E' meglio restare amici 
piuttosto che diventare pasto per i nemici.

GIULIA D. E GIULIA M.:
In un caldo giorno d'estate,
quando tutti volevano fare il bagno,
un leone e un cinghiale
andarono a bere nello stesso stagno.
Subito iniziarono  a litigare
su chi  si dovesse per primo dissetare
successivamente cominciò una forte lotta
e si diedero più di qualche botta.
Dopo aver ripreso fiato 
uno dei due aveva notato
due digiuni avvoltoi 
che il loro odore avevano fiutato.
I due animali, ormai stanchi,
si guardarono i visi bianchi 
e dissero perché litigare
per poi uno spuntino diventare? 

GIULIA C. E LEONARDO:
In un caldo giorno d'estate
il leone e il cinghiale,
dopo lunghe passeggiate, 
andarono a bere in un laghetto
dove iniziarono il loro banchetto.
Subito presero a litigare
su chi dovesse bere per primo
dopo tanto mangiare.
La lotta divenne feroce
e ciascuno dei due correva veloce.
Esausti per la fatica,
decisero infine di farla finita,
infatti mentre si riposavano
gli avvoltoi un buon 
profumino fiutavano.
A questo punto i due si scambiarono 
uno sguardo d'intesa
e decisero di porre fine 
alla sanguinosa contesa.
Decisero quindi di rimanere sani e belli
piuttosto di essere mangiati dagli uccelli.


CRISTIAN E GIADA:
In un caldo giorno d'estate
il leone e il cinghiale 
andarono a bere alle cascate,
subito presero a litigare
per chi prima si doveva dissetare.
Mentre pigramente riposavano
ancora minacciosamente si guardavano.
Videro degli avvoltoi che
dissero loro: - Vogliamo mangiare tutti voi!
A questo punto i duellandi
smisero di essere nemici
per rimanere sani e felici. 

LUDOVICA C. E DAVIDE:
 Era una calda mattina soleggiata
un leone e un cinghiale facevano una passeggiata;
subito presero a litigare
per chi prima si dovesse dissetare.
Incominciarono a sfidarsi in un duello
ma successe un vero macello,
li osservavano due uccelli
che non erano per niente belli.
I due animali smisero di litigare
e di essere mangiati evitare, 
decisero perciò di restare amici
per non dare soddisfazione ai loro nemici. 

FRANCESCA E GIORGIA:
Un giorno d'estate un leone e un cinghiale andarono allo stagno,
forse per bere o forse per fare il bagno.
Per chi si dovesse prima dissetare presero con ferocia a litigare,
fino a quando esausti per i morsi e le zampate decisero di riposare.
Durante la pausa, dopo il duello,
si accorsero di qualcosa di non proprio bello,
infatti due avvoltoi li osservavano con attenzione
aspettando di fare del perdente un solo boccone.
Dopo essersi accorti che gli avvoltoi erano in attesa lì vicino,
decisero di rimanere amici piuttosto che diventare uno spuntino.

SOFIA E SIMONE:
Un giorno un cinghiale e un leone
andarono a bere in un vascone.
Il cinghiale disse:"Se non mi fai bere per primo
va a finire che ti sopprimo!"
Il leone sfidò il cinghiale 
e si fecero molto male.
Non avevano più fiato
perché avevano faticato.
C'erano due uccelli
che sembravano gemelli,
aspettavano con l'acquolina
una morte repentina.
I duellanti furbamente
fecero pace finalmente.
E perciò ecco io vi dico:
"Meglio un amico forte e vivo
che un nemico vendicativo!" 

ALESSIA E LIVIA: 
Era estate, non era di Natale
quando un leone e un cinghiale
nello stagno presero a litigare
su chi per primo doveva l'acqua guadagnare.
I loro battibecchi iniziarono a disturbare
un avvoltoio che stava lì a riposare;
l'uccello, infastidito da tanta confusione,
prese immediatamente una decisione.
Chiamò a raduno tutti i suoi fratelli
per aspettare che i due si facessero a brandelli.
Però, impauriti da tanti uccelli,
il leone e il cinghiale smisero di fare i ribelli.
I due animali fecero la pace
per non dare più fastidio al rapace
perché era meglio restare amici senza un vincitore
che essere lo spuntino di un predatore. 


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