sabato 26 novembre 2016

UNA PAROLA, MILLE SFUMATURE

AFORISMI DEL GIORNO per il vostro
Zibaldino
 
Non conosco nulla al mondo che abbia tanto 
potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, 
e la guardo, fino a quando non comincia a 
splendere.
(Emily Dickinson)

Riuscirai sempre a trovarmi nelle tue parole, 
è là che vivrò.
(Da "Storia di una ladra di libri")


Oggi Letizia ;-) ha segnalato alla classe una
pubblicità divertente e utile: Treccani Interview.
L'ho cercata sul tablet, l'abbiamo vista insieme,
che belle parole ragazzi; oltre che con le proteine e
le vitamine, è  con le parole che diventate grandi!
Già che ci sono vi posto anche questi
altri spot della Treccani: "le parole valgono".
Che "carini"!!!

Quest'ultimo poi ci ricorda qualcuno di nostra
conoscenza... ve lo dice la prof: imparare a memoria
le poesie torna sempre utile! (vero Cristian?!!)


venerdì 25 novembre 2016

CARAVELLA FAIDATE'

Ottimo lavoro Silvia, hai seguito
le istruzioni di Paper Toys, ecco il link:
http://www.papertoys.com/santamaria.htm
qui di seguito  puoi ammirare le immagini
della tua caravella faidaté:




Sei forte Silvia, la Santa Maria è  pronta
per solcare i mari della fantasia, sono
certa che sarai fiera del tuo lavoro...
alle prossime idee ragazzi!!!

mercoledì 23 novembre 2016

GIACOMO LEOPARDI SCAPPA DI CASA

Materiali di approfondimento su Giacomo Leopardi

 

Giacomo Leopardi, Lettera al padre

Mio Signor Padre.

Sebbene dopo aver saputo quello ch'io avrò fatto, questo foglio le possa parere indegno di esser letto, a ogni modo spero nella sua benignità che non vorrà ricusare di sentir le prime e ultime voci di un figlio che l'ha sempre amata e l'ama, e si duole infinitamente di doverle dispiacere. Ella conosce me, e conosce la condotta ch'io ho tenuta fino ad ora, e forse quando voglia spogliarsi d'ogni considerazione locale, vedrà che in tutta l'Italia, e sto per dire in tutta l'Europa, non si troverà altro giovane, che nella mia condizione, in età anche molto minore, forse anche con doni intellettuali competentemente inferiori ai miei, abbia usato la metà di quella prudenza, astinenza da ogni piacer giovanile, ubbidienza e sommessione ai suoi genitori ch'ho usata io.
(...)Io so che la felicità dell'uomo consiste nell'esser contento, e però più facilmente potrò esser felice mendicando, che in mezzo a quanti agi corporali possa godere in questo luogo. Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero.
So che sarò stimato pazzo, come so ancora che tutti gli uomini grandi hanno avuto questo nome. E perché la carriera di quasi ogni uomo di gran genio è cominciata dalla disperazione, perciò non mi sgomenta che la mia cominci così. Voglio piuttosto essere infelice che piccolo, e soffrire piuttosto che annoiarmi, tanto più che la noia, madre per me di mortifere malinconie, mi nuoce assai più che ogni disagio del corpo. I padri sogliono giudicare dei loro figli più favorevolmente degli altri, ma Ella per lo contrario ne giudica più sfavorevolmente d'ogni altra persona, e quindi non ha mai creduto che noi fossimo nati a niente di grande: forse anche non riconosce altra grandezza che quella che si misura coi calcoli, e colle norme geometriche. Ma quanto a ciò molti sono d'altra opinione; quanto a noi, siccome il disperare di se stessi non può altro che nuocere, così non mi sono mai creduto fatto per vivere e morire come i miei antenati.
(...)L'ultimo favore ch'io le domando, è che se mai le si desterà la ricordanza di questo figlio che l'ha sempre venerata ed amata, non la rigetti come odiosa, nè la maledica; e se la sorte non ha voluto ch'Ella si possa lodare di lui, non ricusi di concedergli quella compassione che non si nega neanche ai malfattori.
Luglio 1819 

martedì 15 novembre 2016

NON DIRMI CHE HAI PAURA

« Noi sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete. Ma non vogliamo dimostrarlo. Facciamo del nostro meglio per sembrare come loro. Sappiamo di essere ben lontane da quelle che gareggiano qui, lo capiamo benissimo. Ma più di ogni altra cosa vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro paese. »
                                                               SAMIA YUSSUF OMAR     


Qualche tempo fa Aurora suggerì
alla classe la lettura di questo libro:
NON DIRMI CHE HAI PAURA di
GIUSEPPE CATOZZELLA.
Risultati immagini per non dirmi che hai paura
La settimana scorsa, in un mercatino
di  libri usati, nascosto tra altri di dubbia
qualità, ne trovo una copia seminuova e
la compro...grazie infinite dolcissima
Aurora,  mi hai regalato un mare profondo
di emozioni, riflessioni, parole,
che mi fanno sentire infinitamente
più ricca; leggetelo ragazzi, vi presterò
il mio, altrimenti andate in biblioteca,
fatevelo regalare per Natale, ma non
rinunciate a scoprire quanta "bellezza
possa annidarsi nel male"! 




    

giovedì 10 novembre 2016

GUERRE D'INDIPENDENZA E UNITA' D'ITALIA

Ripassate bene la Prima Guerra di
Indipendenza, guardate questi video
e fate un approfondimento sull'Inno
d'Italia...lo canteremo tutti insieme
al rientro. A presto, la prof.

mercoledì 9 novembre 2016

CAPITALI DEL MONDO

Ciao ragazzi della IIID, vi sfido a
battere Dafne, che a soli due anni
ricorda tutte le capitali del mondo.
Guardare per credere!

lunedì 7 novembre 2016

LA SCOPERTA DELL'AMERICA

Vi segnalo anche questi video, osservate e ascoltate attentamente:
http://www.ovo.com/scoperta-america/

Riassumete e studiate i due  paragrafi
successivi, dedicati a Colombo e ai "tanti
altri" dopo Colombo (Amerigo Vespucci e
Magellano); leggete le civiltà precolombiane
(Maya, Aztechi, Incas) poi le approfondiremo
insieme. Navigate anche voi (nel web!) alla ricerca
di altri documenti interessanti.

venerdì 4 novembre 2016

PROSSIMA TAPPA: DUBAI


Dopo aver visto i video, vi consiglio
di leggere queste pagine web:
https://it.wikivoyage.org/wiki/Emirati_Arabi_Uniti
http://gsgzappacosta.weebly.com/curiositagrave.html




Studiate (no riassunto) anche le pagine 176-179 del libro di geografia.
La prossima settimana, per la gioia di Asia,  andremo in Giappone.

CHE FORTUNA RAGAZZI!

Risultati immagini per l'arte di essere fragili d'avenia retrocopertina
Nessuno è più fortunato di voi
ragazzi, è uscito  in questi
giorni il nuovo ed atteso libro di
Alessandro D'Avenia, intitolato
"L'arte di essere fragili", dedicato
ad un amico poeta che può aprirci
gli occhi su infiniti dubbi, debolezze
e....tanta, tanta fragilità!

Ecco un estratto dall'introduzione:

Esiste un metodo per la felicità duratura, uno stare al mondo che dia il più ampio consenso possibile alla vita senza rimanere schiacciati dalla sua forza di gravità, senza soccombere a sconfitte, fallimenti, sofferenze, anzi trasformando questi ultimi in ingredienti indispensabili a nutrire l’esistenza? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un’arte della gioia quotidiana?
Giunto alla soglia dei miei quarant’anni, tempo fecondo di bilanci, il segreto di quest’arte di esistere senza paura di vivere, o meglio accettando anche la paura, credo di averlo trovato, ed è quanto di più prezioso io abbia. In queste pagine, caro lettore, vorrei raccontartelo, come in una chiacchierata fra amici, magari nella penombra di una sera senza incombenze. Anzi, preferirei che te lo raccontasse l’amico che me lo ha svelato, colui che quando avevo diciassette anni varcò la soglia di camera mia per non uscirne più. Nella nostra stanza facciamo entrare solo chi ha il diritto di vederci scoperti, senza difese, persino nudi. (…)
Pensa, lettore, a ciò che ti sta accadendo adesso, all’atto di sconsiderata fiducia che si consuma nel leggere un libro al fuoco antichissimo e moderno di una lampadina, nella condizione orizzontale del proprio letto: stai permettendo a un estraneo di entrare nella tua notte, il momento in cui abbassi le difese. Con questo gesto affronti la paura del buio e ti rendi disponibile al mistero.
Così è accaduto a me con chi mi ha svelato il segreto de la felicità, l’ultimo a cui avrei pensato, da ragazzo, di concedere la chiave della mia stanza: Giacomo Leopardi.
(…)
Leopardi ebbe presa sulla realtà come pochi altri, perché i suoi erano sensi finissimi, da «predatore di felicità». A guidarlo era una passione assoluta. La custodiva dentro di sé e la alimentò con la sua fragilissima esistenza nei quasi trentanove anni in cui soggiornò sulla Terra; per questo ebbe un destino scelto e non subìto, pur avendo tutti gli alibi per subirlo o per ritirarsi da qualsiasi passione. Fu invece un cacciatore di bellezza, intesa come pienezza che si mostra nelle cose di tutti i giorni a chi sa coglierne gli indizi, e cercò di darle spazio con le sue parole, per rendere feconda e felice una vita costellata di imperfezioni.
In queste pagine pongo domande (la letteratura serve a fare interrogativi, non interrogazioni) e rispondo a Leopardi, che mi ha a sua volta accolto amorevolmente nelle sue «stanze» (così si chiamano le strofe delle poesie) scrivendomi lettere accorate e vigorose: questo è un epistolario intrattenuto con lui in uno spazio-tempo creato dall’atto della lettura, lo spazio-tempo della bellezza, che vince sul tempo misurato dagli orologi ed espande la vita come solo amore e dolore, scrittura e lettura possono fare.
Ma questo libro è anche un atto di fedeltà a due dei progetti mai realizzati da Giacomo. Egli avrebbe voluto scrivere una Lettera a un giovane del ventesimo secolo, come accenna nello Zibaldone nell’aprile del 1827, e mi piace immaginare che a ricevere quella lettera sia stato proprio io, nato centocinquant’anni dopo quella nota, nel secolo verso il quale egli si sentiva proiettato. Leggere ciò che un altro uomo ha scritto è entrare in relazione epistolare con lui: lui ci scrive, noi, a distanza di migliaia di ore, rispondiamo. La poesia è un messaggio in bottiglia, che vive della speranza di un dialogo differito nel tempo. Questo è stata per me, adolescente naufrago nella sua stanza, la poesia di Leopardi.
L’altro progetto che lasciò incompiuto era un poema, in prosa e versi, sulle età dell’uomo. Costretto a vivere più in fretta di tutti noi, per via delle sue condizioni fisiche, Leopardi mi ha insegnato ad accostarmi alle età della vita con parole precise, rendendole così reali e abitabili, e mi ha aiutato a trovare gli strumenti dell’arte del vivere quotidiano in ogni tappa dell’esistenza, identificando il fine per cui esiste e la passione felice che deve attraversarla e guidarla.
Il libro è quindi diviso in sezioni che segnalano i passi dell’esistenza umana e ciò che può illuminarli dall’interno. Leopardi ha distillato, come si fa con gli ingredienti dei profumi, le tappe che ci accomunano tutti, qualunque siano longitudine e latitudine di appartenenza, qualunque sia la «dote» che la vita ci ha offerto. Queste componenti fondamentali dell’essenza della vita le chiamo: adolescenza, o arte di sperare; maturità, o arte di morire; riparazione, o arte di essere fragili; morire, o arte di rinascere. Arte è ciò che chi ha talento per la vita (tutti) può imparare e migliorare giorno per giorno, perché ogni tappa sia illuminata, guidata e riscaldata da un fuoco che non si spegne, quello della passione felice di essere al mondo come poeti del quotidiano e non stremati superstiti o pallide comparse. Non esclamiamo forse, di un momento di gioia: «È pura poesia»?
Queste pagine non contengono soluzioni semplici, perché semplice la vita non lo è mai, e non lo è stata per Leopardi in particolare, ma suggeriscono come un po’ più semplici potremmo essere noi, con uno sguardo più puro sulla vita (…) e la sua possibile felicità, che, come scrive Leopardi, non ne è che il compimento, per raggiungere il quale «è necessario alle cose esistenti amare e cercare la maggior vita possibile a ciascuna di loro» (Zibaldone, 31 ottobre 1823).
Se ti fidi, lettore, prometto di aiutarti a cercare questa vita e a risvegliare questo amore. 

Visitate il  blog, ecco il link:
http://www.profduepuntozero.it/

Ragazzi, studiate e riassumete (in breve) vita, 
opere e pensiero di  Giacomo Leopardi, pag 185-186 
del libro di letteratura; diffondete le informazioni con 
WhatsApp, a presto, la prof. 
Per ripassare uno dei nostri "bignomi 
 

giovedì 3 novembre 2016

DANTE CONSOLATORE

Spero di strapparvi un sorriso, di impegnarvi
in qualche riflessione e di distrarvi, per quanto
è possibile, da quest'ansia che divora la 
voglia di vivere. Un abbraccio grande a tutti, 
a presto, la prof.

"Caro Dante,
prima di tutto spero che tu stia bene,
...che il macigno non ti pesi troppo,
e che tu possa ascoltare il Gloria in excelsis Deo il più presto possibile...
... Innanzitutto ti voglio ringraziare
perché con la tua Divina Commedia mi hai fatto innamorare della poesia,
che è la cosa più bella del mondo,
mi hai fatto sentire il bene e il male,
mi hai fatto andare a letto impaurito,
mi hai portato con te dappertutto,
in Lunigiana, in cielo, dall'altra parte del globo...,
mi hai fatto piangere e morire dal ridere,
anche se hai scritto in una lingua difficilissima, misteriosa, incomprensibile,
che per capirla ho dovuto farmela spiegare dai miei nonni analfabeti...

Ti scrivo per motivi tecnici ed amministrativi...
e soprattutto finanziari
Sto facendo una turnée in Italia per lo spettacolo "Tutto Dante";
a te spetterebbe il 30% dell'incasso, ma mi chiedo:
è sicuro che questi soldi ti arrivano?
... sai com'è, in Italia...
....Pur di non pagarti ti faranno mille lusinghe,
ma tu non ci cascare...
....
....Dicono che la "Divina Commedia" sia l'opera più ardita dell'ingegno umano,
che il suo insegnamento è così profondo che può essere disceso nel pensiero umano solo per rivelazione,
e che per la prima volta, nella storia del mondo, ci hai fatto esplorare la remota regione dell'Eterno, "fisicamente, corporalmente" ...
Con la Divina Commedia ci hai fatto capire che...:

che Dio ha bisogno degli uomini;
che ogni volta che l’uomo fa del male, Dio trattiene il respiro;
che non c’è male che non possa essere consolato;
che ognuno di noi è qui per completare e complicare l’affresco;
che la poesia è canto e racconto;
che le donne sono l’apice della creazione, la rugiada dell’altissimo;
che ti sei occupato di questo strano dono che abbiamo avuto in sorte: la vita;
che, dopo averti letto, non si guardano più le persone con distrazione
ma come scrigni di un mistero, depositari di un destino immenso;
che l’arte si deve interessare alla vita;
che la vita è molto di più di quanto possiamo capire, per questo resiste;
che nessuno è troppo strano per essere capito;
che ognuno di noi è unico, e fa la differenza;
che si può parlare degli altri quando parliamo di noi;
che cosa ci rende felici;
che cosa amiamo e odiamo davvero;
che noi tutti siamo qui per il sì di una donna;
che siamo intrisi del duro desiderio di durare;
che ci hai reso possibile vivere in un mondo più grande;
che ci hai reso il mondo meno estraneo e nemico;
che ogni persona è l’eroe della propria storia, anche se i suoi giorni e le sue notti non appaiono eccezionali a nessuno;
che i fatti del mondo non sono la fine della questione;
che in poesia si usa lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici
e il gesto di un sarto che con poca luce introduce il filo nella cruna di un ago;
che si può dare del tu all’ignoto;
che il paradiso è colmo dell’accecante bellezza del verbo Essere;
che la vita è destino e viaggio, conoscenza e amore;
che qualcuno non distoglie mai lo sguardo da noi, perchè ci ama;
che la bellezza nasce terribilmente;
che l’arte è un dono......."

Va beh, ho capito: ....tutta gente che non vuole spendere una lira....". 


 
Ragazzi, riassumete e studiate le pagine 36-37 del libro di letteratura, sono argomenti che abbiamo già trattato in classe. Spero di rivedervi presto, la prof.