sabato 30 marzo 2013

BUONA PASQUA!

Auguri sinceri ai miei alunni "nuovi
e vecchi", siete tutti dentro il mio
(simbolico) uovo di Pasqua!
E' troppo grande? I miei bambini
sono contenti!!!!

Durante l'ora di poesia, ho  recitato
per l'occasione in classe dei versi
un po' particolari, forti e dolorosi,
solo apparentemente poco pasquali....


(Padiglione Spellman)
Lo attraversammo quasi di corsa
il reparto degli infetti
reietti perfino dalla vista,
dalla medicheria arrivarono grida
impossibile alzare lo sguardo,
vedemmo solo un corpo scarnito
passato da mille tubi trasparenti
e ancora l’atroce dolore urlato.
Uscimmo all’aria aperta
come riemersi dall’abisso,
di noi il più anziano mi si girò contro:
“Tu che tanto speri e tanto credi
spiegami una possibile giustizia
di quell’agonia morte futura”.
Non risposi ma una voce
si alzò alta dalle viscere:
“Per questo credo di più ancora”.

L'autore è Daniele Mencarelli, il testo è 
tratto dal post del blog Prof 2.0: "Giornata
della poesia".

Un augurio speciale a papa Francesco,
nostra speranza per il futuro.


mercoledì 20 marzo 2013

LA FELICITA'














Oggi si celebra la giornata internazionale
della felicità, per l'occasione ho dedicato
ai miei alunni queste "importanti" considerazioni
di Paulo Coelho; alcune sono un po'
impegnative, ma è bene farli misurare
con pensieri più alti di loro...si allungano
per crescere!!!!

Le cose che ho imparato nella vita
“Ecco alcune delle cose che ho imparato
nella vita:
• Che non importa quanto buona sia una

persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo
bisognerà che tu la perdoni.
• Che ci vogliono anni per costruire la fiducia

e solo pochi secondi per distruggerla.
• Che o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi
controlleranno te.
• Ho imparato che gli eroi sono persone che

hanno fatto ciò che era necessario fare,
affrontandone le conseguenze.
• Che la pazienza richiede molta pratica.
• Che ci sono persone che ci amano, ma che

semplicemente non sanno come dimostrarlo.
• Che a volte la persona che tu pensi ti

sferrerà  il colpo mortale quando cadrai,
è invece una di quelle poche che ti aiuteranno
a rialzarti.
• Che, solo perché qualcuno non ti ama come

tu vorresti, non significa che non ti ami con
tutto se stesso.
• Che non si deve mai dire a un bambino

che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una
tragedia se lo credesse.
• Che non importa in quanti pezzi il tuo
cuore si è spezzato; il mondo non si ferma,
aspettando che tu lo ripari.
• Forse Dio vuole che incontriamo un po’

di gente sbagliata prima di incontrare quella
giusta, così, quando finalmente la incontriamo,
sapremo come essere riconoscenti per quel
regalo.
• Quando la porta della felicità si chiude,

un’altra si apre, ma tante volte guardiamo
così a lungo a quella chiusa, che non vediamo
quella che è stata aperta per noi.
• La miglior specie d’amico è quel tipo con

cui puoi stare seduto in un portico e
camminarci insieme, senza dire una parola, e
quando vai via senti come se sia stata la miglior
conversazione mai avuta.
• Ci vuole solo un minuto per offendere
qualcuno, un’ora per piacergli e un giorno per
amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
• Non cercare le apparenze: possono ingannare.

Cerca qualcuno che ti faccia sorridere, perché
ci vuole solo un sorriso per far sembrare
brillante una giornataccia.
• Trova quello che fa sorridere il tuo

cuore.
• Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii
ciò che vuoi essere, perché hai solo una
vita e una possibilità di fare le cose che vuoi
fare.
• Puoi avere abbastanza felicità da renderti

dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte,
dolore abbastanza da renderti umano, speranza
sufficiente a renderti felice.
• Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti

senti stretto, probabilmente anche loro si
sentono così.
• Le più felici delle persone non necessariamente

hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono
il meglio da ogni cosa che capita sul loro
cammino.
• Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno
a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che
quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno
intorno a te piange.”

lunedì 11 marzo 2013

COSTRUIAMO CATTEDRALI!

Quando sento i miei alunni sbuffare,
perchè non hanno voglia di venire a
scuola, di studiare, racconto loro questa
storia, a mio avviso molto significativa,
per dimostrare che cambiando la
prospettiva da cui si guardano le cose
tutto acquista un senso più alto e
profondo.

Il pellegrino e gli spaccapietre

Durante il Medioevo, un pellegrino

aveva fatto voto di raggiungere un
lontano santuario, come si usava a
quei tempi.
Dopo alcuni giorni di cammino, si

trovò a passare per una stradina
che si inerpicava per il fianco
desolato di una collina brulla e
bruciata dal sole. Sul sentiero
spalancavano la bocca grigia tante
cave di pietra. Qua e là degli uomini,
seduti per terra, scalpellavano grossi
frammenti di roccia per ricavarne
degli squadrati blocchi di pietra da
costruzione.
Il pellegrino si avvicinò al primo degli

uomini. Lo guardò con compassione.
Polvere e sudore lo rendevano
irriconoscibile, negli occhi feriti dalla
polvere di pietra si leggeva una fatica
terribile. Il suo braccio sembrava una
cosa unica con il pesante martello che
continuava a sollevare ed abbattere
ritmicamente.
"Che cosa fai?", chiese il pellegrino.
"Non lo vedi?" rispose l'uomo, sgarbato,

senza neanche sollevare il capo. "Mi
sto ammazzando di noia e fatica".
(chi rifiuta la scuola a priori, la odia
e la subisce tristemente) Il pellegrino
non disse nulla e riprese il cammino.
S'imbatté presto in un secondo

spaccapietre. Era altrettanto stanco,
ferito, impolverato.
"Che cosa fai?", chiese anche a lui, il

pellegrino.
"Non lo vedi? Lavoro da mattino a

sera per mantenere mia moglie e i
miei bambini", rispose l'uomo. (chi
studia esclusivamente in funzione
del voto o per compiacere i familiari).
In silenzio, il pellegrino riprese a
camminare.
Giunse quasi in cima alla collina.

Là c'era un terzo spaccapietre.
Era mortalmente affaticato, come
gli altri. Aveva anche lui una crosta di
polvere e sudore sul volto, ma gli occhi
feriti dalle schegge di pietra avevano
una strana serenità.
"Che cosa fai?", chiese al pellegrino.
"Non lo vedi?", rispose l'uomo,

sorridendo con fierezza. "Sto
costruendo una cattedrale".
E con il braccio indicò la valle dove

si stava innalzando una grande
costruzione, ricca di colonne, di
archi e di ardite guglie di pietra
grigia, puntate verso il cielo.
Proprio qualche giorno fa, Andrea
diceva di voler diventare astronomo,
Alessandro invece vuole iscriversi al
Politecnico e diventare ingegnere:
ecco, secondo me,  loro stanno costruendo 
una cattedrale!

(storia tratta dal blog "Piccole storie
per l'anima")





giovedì 7 marzo 2013

VERBARIO "MATRIOSKA"















Giocare con i verbi è divertente!
Vi propongo un gioco istruttivo e molto
valido, gli studenti senza accorgersene ripassano;
ritengo inoltre che un po' di sana competizione
sia uno stimolo non indifferente.

L'idea mi è venuta leggendo il post della
mitica prof. Palmy, che sempre ringrazio,
mens sana blog la busta del verbo o i pizzini montessoriani.

Si realizza una bustona "matrioska",
che contiene al suo interno altre due buste più
piccole, nelle quali sono separati i verbi di modo
finito da quelli di modo indefinito; all'interno
delle due buste ci saranno altre bustine
ancora più piccole che conterranno, con la
suddivisione ulteriore in tempi semplici e
composti, tutti i modi e tutti i tempi verbali.

Come si gioca? L'insegnante suggerisce un
verbo coniugato, gli alunni, a velocità supersonica,
stando bene attenti a non perdersi, percorrono la
giusta strada che li porterà a raggiungere il verbo
richiesto. Onore e gloria  al vincitore "plurimo"!

Grazie a Marzia per il suo delizioso verbario primaverile!