giovedì 27 febbraio 2014

GIORNATA MONDIALE DELLA LENTEZZA


















Partecipo alla giornata mondiale della
lentezza pubblicando i 10 Comanda-lenti,
consigliati dal sitowww.vivereconlentezza.it;
sono i consigli antistress di Bruno Contigiani,
inventore della giornata della lentezza:
1- Svegliatevi cinque minuti prima del solito
per far colazione senza fretta e con un pizzico
di allegria;
2- Se siete in coda nel traffico o alla cassa di
un supermercato, evitate di arrabbiarvi e usate
questo tempo per programmare mentalmente la
serata o per scambiare due chiacchiere con il
vicino di carrello;
3- Se entrate in un bar per il caffè, ricordatevi
di salutare il barista, gustare il caffè e risalutare
barista e cassiera al momento dell’uscita; regola,
questa, che vale per tutti i negozi, in ufficio e
anche in ascensore;
4- Provate a scrivere gli sms senza simboli o
abbreviazioni, magari iniziando con caro o cara…
5- Quando è possibile, evitate di fare due cose
contemporaneamente come telefonare e scrivere
al computer: rischiate di diventare scortesi,
imprecisi e approssimativi;
6- Evitate di iscrivere voi stessi e i vostri figli
ad una scuola o ad una palestra dall’altra parte
della città;
7- Non riempite l’agenda della vostra giornata
di appuntamenti, anche se piacevoli: imparate
a dire qualche no e ad avere dei momenti di vuoto;
8- Fatevi una camminata, soli o in compagnia,
invece di incolonnarvi in auto per raggiungere
la trattoria fuori porta;
9- Se avete 15 giorni di ferie, dedicatene 10 alle
vostre vacanze e utilizzate i rimanenti come
decompressione pre o post vacanza;
10- Smettete di ripetere all’infinito: “non ho
tempo”. Continuare a dirlo non vi farà sembrare
più importanti.
















Consiglio inoltre la lettura dell'incantevole
libro di Luis Sepulveda "Storia di una lumaca
che scoprì l'importanza della lentezza": è una
favola profonda che ci aiuta a guardarci dentro,
trovando in noi stessi le risorse per capire,
spinti  dalla curiosità e da un pizzico di audacia,
che la lentezza è la vera ricchezza!
(Grazie ancora Chiara!)

RICOMINCIA














Vivere è ricominciare sempre,
coraggiosamente, caparbiamente,
fino alla fine.
A tal proposito c'è una poesia che
piace, diverte e rimane....piace
perché è semplice, diretta, d'effetto;
diverte perché una volta capito
lo schema è facile intuirne la
"ritmica" anafora finale; rimane
perché i miei ex-alunni mi confermano
che a distanza di tempo la ricordano e
ne fanno il motto della loro vita.

Se sei stanco e la strada ti sembra lunga,
se ti accorgi che hai sbagliato strada,
...Non lasciarti portare dai giorni e dai tempi,
                                    Ricomincia.

Se la vita ti sembra troppo assurda,
Se sei deluso da troppe cose e da troppe persone
...Non cercare di capire il perché,
                                   Ricomincia.

Se hai provato ad amare ed essere utile,
Se hai conosciuto la povertà dei tuoi limiti,
...Non lasciar là un impegno assolto a metà,
                                   Ricomincia.

Se gli altri ti guardano con rimprovero,
Se sono delusi di te, irritati,
...Non ribellarti, non domandar loro nulla,
                                   Ricomincia.

Perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno,
Il ramo fiorisce senza domandare perché,
E l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno,
Perché la vita è speranza e sempre ricomincia...

martedì 25 febbraio 2014

POESIA E PUBBLICITA'

Quando l'ho ascoltata in televisione
mi sono stupita, è meraviglioso che
la pubblicità porti la poesia ai ragazzi,
che la renda giovane , efficace, vincente!
E' una poesia molto amata, grazie anche
al film "L'attimo fuggente" di Peter Weir;
il prof Keating apre gli occhi ai suoi
allievi, mostrando loro il valore eccelso
della poesia come nutrimento dell'anima.
Recita Robin Williams:
"Non leggiamo e scriviamo poesie perchè
è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie,
perchè siamo membri della razza umana e
la razza umana è piena di passione.
Medicina, legge, economia, ingegneria
sono nobili professioni, necessarie al nostro
sostentamento. Ma la poesia, la bellezza,
il romanticismo, l'amore: sono queste le cose
che ci tengono in vita!
(Carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi,
rendete straordinaria la vostra vita).
 
Citando Walt Whitman:
Oh me, oh vita!
domande come queste mi perseguitano:
infiniti cortei d'infedeli,
città gremite di stolti.
Che v'è di nuovo in tutto questo?
Oh me, oh vita!
Risposta:
Che tu sei qui!
Che la Vita esiste e l'identità!
Che il potente spettacolo continua
e che tu puoi contribuire con un verso.
Quale sarà il tuo verso?"
Contribuisci bene, oh me! oh vita!
 


venerdì 21 febbraio 2014

BOCCACCIO BOCCACCESCO

Petrarca è elegante, etereo e raffinato,
Boccaccio è sguaiato, carnale e terrigno;
i ragazzi adorano le atmosfere torpide, ambigue
e grossolane del Boccaccio, chiedono sempre
altre novelle, oggi è stata la volta di "Andreuccio
da Perugia", pareva di sentirla la puzza di fogna
e di morto; era bello vederli sbellicarsi dalle risate,
il povero Andreuccio, sciocco sciocco, alla fine si
riscatta e torna a casa col rubino e con un po'
più di furbizia!

Per dare una forma "concreta" al Decameron
abbiamo realizzato 10 buste, una per ogni
ragazzo dell'allegra brigata, man mano che
ascoltiamo, raccontiamo e vediano alla LIM le
novelle più note e divertenti, inseriamo dei
brevi riassunti nella busta del narratore.
Le 10 buste finiranno nella cartellina con sopra
disegnata, da un lato, Villa Schifanoia, nome
dell'abitazione dove si ipotizza si siano radunati i
10 giovani per sfuggire alla peste, dall'altro la
scacchiera per giocare con la "battaglia navale
Decameron": consiste nel realizzare uno scacchiere
(10 caselle per 10), ogni  quadretto corrisponde
ad una novella, io do le coordinate (n° della
giornata-numero romano e n° della novella-numero
arabo, es. giornata V, novella 5), loro devono
individuare la novella e saperla raccontare,
in questo modo affondano le mie navi ed io sono
ben contenta della disfatta!

giovedì 20 febbraio 2014

INSEGNARE CON AMORE





Questa mattina ho letto ai miei allievi
la lettera del maestro Manzi ai suoi
ragazzi di quinta elementare....
l'avevo ascoltata ieri sera, recitata
da Claudio Santamaria, che interpreta
il ruolo del maestro Manzi (1924-1997),
nella fiction "Non è mai troppo tardi".
Inutile dire quanto mi sia piaciuta,
raccoglie l'essenza del nostro lavoro,
che consiste nel muovere i fantastici
macinini, ( i cervelli dei nostri
allievi), all'onestà, all'intelligenza e
all'amore.
Cari ragazzi di quinta,
Abbiamo camminato insieme per cinque
anni. Per cinque anni abbiamo cercato,
insieme, di godere la vita; e per goderla
abbiamo cercato di conoscerla, di scoprirne
alcuni segreti. Abbiamo cercato di capire
questo nostro magnifico e stranissimo mondo
non solo vedendone i lati migliori, ma
infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole
fino in fondo perché volevamo capire se
era possibile fare qualcosa, insieme, per
sanare le piaghe e rendere il mondo migliore.
Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo
più felice possibile. È vero che non sempre
è stato così, ma ci abbiamo messo tutta la
nostra buona volontà. E in fondo in fondo
siamo stati felici. Abbiamo vissuto insieme
cinque anni sereni (anche quando borbottavamo)
e per cinque anni ci siamo sentiti “sangue dello
stesso sangue”. Ora dobbiamo salutarci. Io devo
salutarvi. Spero che abbiate capito quel che ho
cercato sempre di farvi comprendere:
non
rinunciate mai, per nessun motivo, sotto
qualsiasi pressione, ad esser voi stessi .
Siate sempre padroni del vostro senso critico,
e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro
che nessuno mai possa plagiarvi o
“addomesticare” come vorrebbe. Ora le
nostre strade si dividono. Io riprendo il
mio consueto viottolo pieno di gioie e di
tante mortificazioni, di parole e di fatti, un
viottolo che sembra sempre identico e non
lo è mai. Voi proseguite e la vostra strada è
ampia, immensa, luminosa. E’ vero che mi
dispiace non essere con voi, brontolando,
bestemmiando, imprecando; ma solo perché
vorrei essere al vostro fianco per darvi una
mano al momento necessario. D’altra parte
voi non ne avete bisogno.
Siete capaci di camminare da soli e a testa
alta, perché nessuno di voi è incapace di
farlo. Ricordatevi che mai nessuno potrà
bloccarvi se voi non lo volete, nessuno
potrà mai distruggervi, se voi non volete.
Perciò avanti serenamente, allegramente,
con quel macinino del vostro cervello
sempre in funzione; con l’affetto verso tutte
le cose e gli animali e le genti che è già in
voi e che deve sempre rimanere in voi;
con onestà, onestà, onestà, onestà, e ancora
onestà, perché questa è la cosa che manca
oggi nel mondo, e voi dovere ridarla; e
intelligenza, e ancora intelligenza, e sempre
intelligenza, il che significa prepararsi, il
che significa riuscire sempre a comprendere,
il che significa sempre riuscire ad amare, e…
amore, amore. Se vi posso dare un comando,
eccolo: questo io voglio. Realizzate tutto ciò,
ed io sarò sempre in voi, con voi. E ricordatevi:
io rimango qui, al solito posto. Ma se qualcuno,
qualcosa, vorrà distruggere la vostra libertà, la
vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui,
pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il
cammino insieme, perché voi siete parte di me,
e io di voi. Ciao.
Alberto Manzi


martedì 18 febbraio 2014

RIVOLUZIONE AMERICANA: CURIOSITA'

Studiando la Rivoluzione americana
è emerso che nella Dichiarazione di
Indipendenza del 1776, si afferma:
"Noi riteniamo che le seguenti verità
siano di per se stesse evidenti; che
tutti gli uomini sono stati creati uguali,
che essi sono dotati dal loro Creatore
di alcuni Diritti inalienabili, che fra
questi sono la Vita, la Libertà e la
ricerca della Felicità."
Chissà come mai tutto ciò mi ha fatto
tornare in mente le parole che recita
Will Smith nel film di Gabriele Muccino:
"Ehi non permettere mai a nessuno di dirti
che non sai fare qualcosa, neanche a me! Ok?
Se hai un sogno tu lo devi proteggere.
Quando le persone non sanno fare qualcosa
lo dicono a te che non la sai fare.
Se vuoi qualcosa vai e inseguila. Punto!"
Ho inoltre fatto ascoltare l'inno americano
interpretato dall'amatissima Beyoncé
Parlando infine dei nativi americani ho
anticipato loro delle informazioni
sullo sterminio di questa popolazione dalla
cultura profondamente affascinante; a tal
proposito ho fatto ascoltare la canzone
di Piero Pelù   "Grande spirito"
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/film/l/la-ricerca-della-felicita-(2007)/citazione-61790?f=w:1718>

sabato 15 febbraio 2014

M'ILLUMINO DI MENO

Quest'anno la giornata mondiale del
risparmio energetico è caduta il 14
febbraio; mi piace sensibilizzare i
miei alunni sul tema del risparmio,
energetico e non solo.
E' stupefacente vedere la Terra dal
satellite, quanta luce nei Paesi
più ricchi, spegniamone un po',
a volte il buio illumina di più!

Questa è la canzone della Jolebalalla
per la giornata del risparmio energetico,
ascoltate attentamente il messaggio
chiaro e "illuminante"....

venerdì 14 febbraio 2014

IL MISTERO DELL'AMORE

Per San Valentino voglio mostrare
ai miei allievi due video romantici,
delicati e poetici.
Ve li dedico ragazzi, con l'augurio
che sappiate attendere il vostro
tempo e che possiate riconoscere
l'amore, quello vero, che quando
arriva sorprende, sconvolge, stravolge,
tormenta, esalta, stupisce, incanta...
non ci credete?
Giudicate voi!


Ed ora, caccia alle somiglianze!

mercoledì 12 febbraio 2014

95 TESI PER LA SCUOLA DI DOMANI

















Ritengo che la scuola, soprattutto
la secondaria di primo grado, vada
rivista dalle fondamenta. Gli anni
passano occorre rinnovare, 
conservare il meglio del passato,
acquisire il meglio del presente!
L'insegnamento va ripensato alla
luce di principi semplici, quanto
basilari; condivido in pieno la quasi
totalità delle "95 tesi per la scuola"
della prof.ssa Anna Maria Testa, docente
presso l'Università Bocconi di Milano.
Dell'ultima tesi farei il nostro manifesto
ragazzi:
non vado a scuola per un pezzo di
carta, ma per un pezzo di futuro.

  1. I ragazzi non devono annoiarsi a scuola: chi si annoia non impara.
  2. Il contrario di “annoiarsi a scuola” non è “divertirsi”. È “essere interessati”.
  3. L’interesse nasce di fronte a qualcosa di nuovo e complesso ma comprensibile: una sfida difficile ma non tanto da non poter essere affrontata.
  4. Qualsiasi argomento può essere reso interessante. Però bisogna lavorarci.
  5. Dammi un motivo convincente per interessarmi a un argomento e proverò interesse.
  6. Il motivo non può essere altrimenti prendo un brutto voto. I brutti voti non sono la versione incruenta delle frustate.
  7. I voti (forse) misurano, ma non motivano a imparare.
  8. Cioè: i voti sono una discutibile motivazione esterna. La motivazione interna è più potente.
  9. I finlandesi fanno a meno dei voti fino ai 13 anni e sono bravissimi a scuola.
  10. Andare a scuola per prendere bei voti è come andare a un concerto per avere un biglietto da incorniciare.
  11. I test Invalsi non c’entrano coi voti individuali ma misurano l’apprendimento complessivo: sono il maxitermometro della scuola.
  12. Il maxitermometro non è perfetto? Non è una ragione per buttarlo via e far finta di niente.
  13. L’apprendimento è un processo complicato, fatto di percezioni, ragione, emozioni, memoria, strategie, esperienza, ambiente, autostima…
  14. … per questo insegnare è molto più che “dire” o “spiegare”.
  15. Il come si insegna è importante quanto il che cosa si insegna. Il come fa la differenza.
  16. “Insegnare” è anche insegnare a imparare: metacognizione è la parola magica.
  17.  “State attenti” è un’ingiunzione paradossale. Proprio come “sii spontaneo”.
  18. Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco.
  19. Una materia è come una città. Dammi buone mappe e aiutami a esplorarla.
  20. In aula sarebbe bello sentire di più le voci dei ragazzi.
  21. Esistono modi per far parlare i ragazzi senza che l’aula si trasformi nel mercato del pesce.
  22. I ragazzi capiscono prima e meglio quando possono fare domande o discutere un tema.
  23. Leggere a voce alta non è una roba da bambinetti. Serve a percepire bene gli andamenti del testo.
  24. Leggere a voce alta i propri scritti è anche il modo migliore per imparare a rileggerli cercando il senso, e a correggerli. E non è roba da bambinetti.
  25. Mandare a memoria un testo che piace non è roba da bambinetti.
  26. Ehi… alcune cose – dalle tabelline all’aoristo – vanno per forza mandate a memoria. Per il resto, se uno prima non capisce, non sta studiando: appiccica.
  27. Se studio solo per l’interrogazione, è ovvio che dopo dimenticherò tutto, e amen.
  28. Le competenze di base sono: leggere, scrivere, far di conto. Leggere vuol dire capire quel che si legge. Oggi, due italiani su tre non ce la fanno.
  29. Vogliamo che i ragazzini si appassionino alla matematica? Facciamoli giocare coi numeri.
  30. … quando sono più grandi: esempi, domande, discussione, sfide.
  31. Invitiamo i ragazzi a leggere per loro piacere ogni giorno (qualsiasi cosa, fumetti compresi).
  32. No, I Malavoglia non sono una buona esca per catturare un lettore debole.
  33. Chiedere all’analisi testuale di dar conto della magia di una narrazione è come chiedere a un anatomopatologo di dar conto del sex appeal di Marylin Monroe.
  34. Apri la mente a quel ch’io ti paleso / e fermalvi entro; ché non fa scïenza, / sanza lo ritenere, avere inteso. Questo lo dice papà Dante.
  35. Scrivere o adottare libri di testo pedanti, minuziosi e astrusi è sadico.
  36. Studiare su libri di testo pedanti, minuziosi e astrusi è una tortura.
  37. “Non dire né troppo poco né troppo. Di’ il vero. Sii pertinente. Sii chiaro, non ambiguo, breve, ordinato.” Sono le massime di Grice. Valgono anche per i libri di testo.
  38. Prima di chiederci quanto costa un libro di testo domandiamoci quanto vale, quanto serve, quanto verrà usato, capito e ricordato.
  39. La Lim è un mezzo, non un fine e non sostituisce un bravo insegnante. Però aiuta.
  40. I compiti a casa non valgono per recuperare quel che non ho fatto a scuola.
  41. Non darmi compiti a casa se poi non controlli che io li abbia fatti.
  42. Non darmi compiti a casa se prima non mi spieghi come organizzarmi.
  43. …e poi me lo rispieghi. Se imparo come studiare, varrà per tutta la vita.
  44. Comunque, fammi lavorare più a scuola che a casa.
  45. Se lavoro poco a scuola, a casa non lavorerò per niente.
  46. … e non lasciarmi tutto solo a casa con le cose più noiose da fare.
  47. Permettimi, ogni tanto, di dirti che non ho studiato. Ma impegnami a recuperare.
  48. Stabiliamo a ogni inizio d’anno un patto coi ragazzi, anche i più piccoli: poche regole di comportamento chiare. E scritte. E facciamole rispettare.
  49. Incoraggiamo i ragazzi a essere leali e a non barare.
  50. Copiare è barare.
  51. …e il copia e incolla dal web non è tanto meglio.
  52. Guidiamo i ragazzi a esercitare il pensiero critico sulle fonti.
  53. Fare l’insegnante è uno dei mestieri più frustranti, più appaganti, più complicati.
  54. Un paese civile deve fare il tifo per i suoi insegnanti.
  55. “Un investimento in conoscenza paga i migliori interessi”. Lo dicono Benjamin Franklin e Bankitalia.
  56. Come attirare i talenti migliori verso l’insegnamento? C’è la ricetta finlandese: riconoscimento sociale ed economico.
  57. Un paese civile deve pagare i suoi insegnanti.
  58. …ma In Italia sono bassi gli stipendi, e non c’è progresso tra inizio e fine carriera.
  59. …eppure la spesa nazionale per studente è alta: dov’è l’inghippo?
  60. Il Programma non è il Vangelo. Ogni classe, ogni scuola è una storia a sé e l’autonomia è necessaria.
  61. …ma  funziona solo se gli obiettivi sono chiari e misurabili e se i risultati vengono valutati: è la differenza tra autonomia e anarchia.
  62. L’autonomia ha bisogno di controlli reali, efficaci, frequenti, diffusi su tutto il territorio.
  63. Per migliorare un intero sistema scolastico bastano dieci anni. L’ha fatto la Germania.
  64. … per migliorare le performance degli studenti basta anche meno. Ci è riuscito il Giappone.
  65. Se niente cambia, niente può migliorare.
  66. I problemi non si risolvono applicando vecchie procedure, ma trovando nuove opzioni.
  67. La scuola non è un’azienda: questo non l’autorizza a essere dispersiva e inefficace.
  68. Vogliamo promuovere il merito? Cominciamo da presidi e insegnanti.
  69. Molti insegnanti stanno già cambiando tutto. Valorizzarli, magari.
  70. Il pedagoghese “vacuo e inconcludente” fa rivoltare il maestro Manzi nella tomba. Che lui venga a tirare i piedi a chi lo usa.
  71. Il burocratese sgangherato fa piangere Santa Grammatica e imbufalire San Buonsenso.
  72. Tutti gli studenti di tutte le discipline (scientifiche, umanistiche, artistiche, tecnologiche…) hanno pari dignità e meritano insegnanti competenti.
  73. Formare vuol dire scovare ed esaltare le capacità di ogni singolo studente.
  74. Formare è diverso da uniformare.
  75. Lasciami essere curioso. Non obbligarmi a essere compiacente.
  76. La scuola chiede di imparare senza errori. La creatività chiede di imparare dagli errori.
  77. La scuola insegna risposte standard. La creatività fa domande diverse per trovare nuove risposte.
  78. In un futuro prossimo faremo mestieri che ancora non esistono.
  79. Qualsiasi cosa io faccia in futuro, dovrò continuare a imparare per tutta la vita. Non darmi nozioni che diventeranno obsolete: dammi un metodo.
  80. …cioè: “non regalarmi pesci: insegnami a pescare”.
  81. La scuola non può cambiare senza il supporto delle famiglie.
  82. Un buon modo per avere figli lettori è leggergli storie quando sono piccoli.
  83. Un buon modo per avere figli bravi a scuola è avere molti libri in casa.
  84. Sopperire alla mancanza di carta igienica a scuola non basta.
  85. …e non basta chiedere la (urgentissima!) manutenzione delle scuole.
  86. (Coda di paglia ministeriale: girare uno spot per l’istruzione pubblica in una scuola privata).
  87. L’abbandono scolastico è un dramma: chi lascia la scuola cresce come cittadino dimezzato.
  88. Noia e routine schiantano sia gli studenti migliori, sia quelli che fanno più fatica.
  89. “Premiare il merito” ed “educare tutti” sono obiettivi complementari, non contrapposti.
  90. Per l’interesse dei figli dobbiamo pretendere insegnanti preparati e tosti.
  91. Sbagliato chiedere indulgenza. Giusto chiedere equità, rigore, competenza, passione.
  92. Sì, esistono anche studenti maleducati. E sì, la responsabilità è delle famiglie.
  93. La scuola è un diritto che pretende doveri: non c’è crescita senza responsabilità.
  94. La scuola è una faccenda che interessa tutti noi. Ma tanto, ma tanto, ma tanto.
  95. Non vado a scuola per un pezzo di carta, ma un pezzo di futuro.