lunedì 29 agosto 2016

SEI UNICO/A

Purtroppo capita sempre, una parola detta
senza pensarci troppo, che ferisce e fa male...
quest'anno nella mia cassetta degli attrezzi
ho intenzione di mettere anche questo video,
divertente ed educativo: mostra una ragazza
speciale, che ha saputo fare della propria
"diversità" un punto di forza; dobbiamo
insegnare ai nostri ragazzi a difendersi dagli
attacchi esterni, rinforzando la loro autostima,
così vacillante in adolescenza!
Parlerò loro inoltre di  una ragazza "curvy",
indicata come una delle più brutte della scuola,
da uno stupido concorso indetto online; la sua
reazione, subito diventata virale, è una vera
lezione di vita:

 Per la persona che ha creato il sondaggio. 
Mi dispiace che la tua vita sia così triste da 
portarti a buttare giù quella degli altri. 
Per le 12 persone che mi hanno votato,
relegandomi al quarto posto. Mi dispiace 
anche per voi. Mi dispiace che non abbiate 
avuto la possibilità di conoscermi come persona. 
So che non sono la più bella a cui guardare. 
So che ho il doppio mento e che indosso una 
taglia XL. So che non ho un sorriso o un viso 
perfetti. Ma mi dispiace per voi. Non per me 
stessa. Io sono quella che sono. Posso non 
sembrare 'giusta' dall'esterno. 
Ma sono divertente, buona, gentile, semplice, 
non giudico ma sono comprensiva, pronta 
a dare un aiuto e super alla mano per parlare. 
E lo stesso vale per le altre ragazze che avete 
messo in lista. Solo perché non siamo perfette 
dal di fuori non significa che siamo brutte. 
Se questa è la vostra idea di bruttezza mi 
dispiace per voi. Seriamente, fatevi una vita. 

Dalla pagina facebook di Lynelle Cantwell.
 

mercoledì 17 agosto 2016

ETIMOLOGIA: EDUCARE

Risultati immagini per educare
Il nostro compito di insegnanti consiste
nell'educare, verbo "di cuore" che, etimologicamente, 
vale per "condurre fuori", dal latino e-ducere,
cioè far germogliare e coltivare passioni,
inclinazioni e interessi dei nostri allievi.
Dobbiamo "semplicemente" innaffiare le menti dei
ragazzi che ci sono affidati così da far crescere
in loro ciò che hanno di autentico, di genuino,
di unico.

Si educa soprattutto con l’esempio,
li si orienta al bene, al buono, al vivere
civile, al sano amor di patria... valori solo 
apparentemente stantii; l'obiettivo finale è
potenziare e affinare le attitudini e la
sensibilità, si tratta di educare il cuore, la 
mente, gli affetti, la volontà, l’ingegno,  
la fantasia, l’immaginazione, il gusto,
sensi; ognuno farà la sua parte, educando
all’arte e al bello, al culto della verità 
della libertà, a scoprire la meraviglia del Creato,
a perdersi nei misteriosi meandri delle note e
delle parole, nella mirabile armonia delle forme 
o nelle magiche e complesse formule della 
matematica.
Il vero educatore parla prima al cuore
che all'intelligenza; non siamo trasmettitori
di nozioni ma formatori di uomini.
(Don Milani)

giovedì 11 agosto 2016

TEMPO DI SOGNI...






Risultati immagini per sogni shakespeare
L'estate è fatta per sognare,
progettare, creare, e le notti delle
stelle cadenti lo sono ancor di più.
Vi segnalo questi due video che
aiutano a saper ascoltare, riconoscere
ed aggrapparsi ai sogni...stiamo in
ascolto!

Se non riuscite a comprendere l'inglese,
provate qui:https://business.facebook.com/391266544402788/videos/494897844039657/

giovedì 4 agosto 2016

CUORI CHE FANNO BATTERE CUORI


 "I miei versi non si leggono con gli occhi, ma con il cuore".
Adoro i versi "semplicemente complicati" 
di Wislawa Szymborska,   la loro semplicità è solo
apparente e  l'ironia sottile striscia tra i versi sorniona
e leggera. Vi riporto tre delle sue poesie che  preferisco,
sperando che battano forte anche al vostro cuore...

Amore a prima vista 

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da molto tempo potevano incrociarsi ?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole ?
uno scusi nella ressa ?
un ha sbagliato numero nella cornetta ?
ma conosco la risposta.
non ricordano.Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava e allontanava,
tagliava loro la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla a un’altra ?
Qualcosa fu perduto e qualcosa fu raccolto.
Chissà, forse già la palla
tra i cespugli dell’infanzia ?
Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava su un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
Subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

RECIPROCITÀ
Ci sono cataloghi di cataloghi.
Poesie sulle poesie.
Drammi su attori recitati da attori.
Lettera a causa di altre lettere.
Parole per spiegare le parole.
Cervelli intenti a studiare il cervello.
Tristezze contagiose come una risata.
Carte che provengono dal macero di carte.
Sguardi veduti.
Casi declinati secondo i casi.
Fiumi grandi con serio contributo di piccoli.
Boschi ricoperti di bosco fino al ciglio.
Macchine adibite a fabbricare macchine.
Sogni che all’improvviso ci destano dai sogni.
Salute necessaria per tornare in salute.
Tanti scalini a scendere quanti sono a salire.
Occhiali per cercare gli occhiali.
Respiro che inspira ed espira.
E almeno una volta ogni tanto
ci sia l’odio dell’odio.
Perché alla fin fine
c’è l’ignoranza dell’ignoranza
e mani reclutate per lavarsene le mani.
Wislawa Szymborska

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.


Di questa poetessa avevo già postato la
poesia POSSIBILITA', con la quale abbiamo
lavorato in classe, la trovate qui:
http://ildiariodibenedetta.blogspot.it/2013/11/possibilita.html