Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare. (Andy Warhol)
Aderisco alla Giornata Mondiale della
Terra 2015 con un video che incanta, esalta,
emoziona; noi inquilini consapevoli
raccogliamo l'invito a preservare tanta
gratuita e rara bellezza.
Ragazzi, vi posto il video della
pubblicità di cui vi ho parlato
stamattina a scuola:
La realtà a volte supera l'immaginazione,
come dimostra l'originale campagna
pubblicitaria intitolata "A Message To Space" (Un messaggio verso lo
Spazio) entrata nel "Guinness dei Primati" come "La più grande
immagine mai scritta con gli pneumatici".
Il progetto della Casa coreana ha davvero
qualcosa di grandioso, Hyundai ha infatti
messo in campo tecnici coreani, europei
ed americani, affidandogli il difficile
compito di mettere in contatto persone
lontanissime fra loro. L'obiettivo del Costruttore
di Seul era trovare un modo non convenzionale
per trasmettere l'affetto di una figlia verso il proprio padre, impiegato in una lunga
missione nello spazio.
"A Message To Space" racconta infatti la
storia di Stephanie, una tredicenne di
Houston che, come molti adolescenti,
dopo qualche giorno avverte la mancanza
del padre, spesso "fuori per lavoro" per
lunghi periodi. Il problema è che il padre
della bambina è un astronauta nella Stazione Spaziale Internazionale, ed
è per questo motivo che Hyundai è
intervenuta in un modo davvero
speciale per esaudire il desiderio di
Stephanie, che consiste nell'inviare
un affettuoso saluto al suo papà.
Utilizzando l'immenso deserto del Delamar (Nevada) come fosse una
tela bianca, l'azienda automobilistica
ha sfruttato la potenza di 11 Hyundai Genesis per scrivere con gli pneumatici
il messaggio di Stephanie su una
superficie di 5,55 km2 ( ottanta stadi di
rugby, il doppio del Central Park),
in modo che si potesse vedere dallo spazio.
Come se non bastasse, l'iniziativa è stata
ufficialmente registrata dal "Guinness World Record", sottolineando la grandezza
dell'impresa e regalando un'ulteriore
soddisfazione a tutti quelli che hanno
partecipato al progetto.
Mi è sfuggita, il 7 aprile, la giornata
mondiale della salute, contribuisco
a ricordarla, anche se in ritardo, con
il video "The eyes of a child",
regalatoci da Elisa, che ringrazio.
La disabilità agli occhi dei bambini
non esiste, non la percepiscono... da
qui bisogna ripartire per ridare la
meritata dignità a tutti i disabili.
Ammirando la capacità dei poeti ermetici
di concentrare in poche, essenziali parole,
significati profondi e sublimi, ho raccontato
ai miei alunni la leggenda di una scommessa
vinta da Ernest Hemingway.
Si narra che l'autore scrisse un romanzo in sei
parole, era una sfida; questa la frase da lui coniata:
"Vendesi: scarpine per neonato, mai indossate"
(For sale: baby shoes, never worn), poche parole
rimaste storiche nella letteratura anglosassone,
un capolavoro di pathos e brevità.
Un sito web, prendendo spunto proprio dalla
composizione di Hemingway, ha messo alla prova
i suoi utenti: "raccontate la vostra vita in mezza
dozzina di parole!". In pochi giorni sono arrivate
migliaia di piccole memorie.
La prima raccolta ha per titolo: Not quite what I was expecting, non proprio ciò che mi aspettavo,
è il "racconto concentrato" migliore per brevità ed
ironia; io ho girato la "penna" ai miei alunni, che
hanno scritto le loro giovani memorie, eccole: - Guardando la vita da molto lontano - Scoprire il futuro passando felice la vita - Vorrei scappare ma fuori è buio - Senza delusioni energia viva in evoluzione - Anni meravigliosi passati insieme a voi - Poter scappare lontano per vivere davvero - Ero il nulla tu mi hai trasformato
(le più intime e personali non le riporto,
ma le porto nel cuore)
Dada è un microbo vergine Dada è contro la vita cara Dada Società anonima per l'espropriazione delle idee Dada ha 391 atteggiamenti e differenti colori seguendo il sesso del presidente Dada si trasforma, afferma, dice il contrario nel medesimo istante, senza importanza, grida e pesca con la lenza Dada è il camaleonte del mutamento rapido e interessato Dada è contro il futuro. Dada è morto. Dada è idiota. Viva Dada. Dada non è una scuola letteraria. Urla
Tristan Tzara vi dice come
fare una poesia dadaista: Prendete un giornale. Prendete delle forbici. Scegliete da questo giornale un articolo avente la lunghezza che desiderate dare alla vostra poesia. Ritagliate l’articolo. Ritagliate poi con cura ciascuna delle parole che formano l’articolo e mettetele in un sacchetto. Agitate dolcemente. Tirate fuori ciascun ritaglio uno dopo l’altro disponendoli nell’ordine in cui sono usciti dal sacchetto. Copiate scrupolosamente. La poesia vi rassomiglierà. Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e di una sensibilità incantevole, benché incompreso dal volgo.
Consegna: prendendo spunto dagli
esempi mostrati, realizzare un poesia-
quadro dada-futurista sul tema EXPO
2015.
Qui di seguito le vostre opere:
Nel diario, lo scrittore racconta il suo vissuto, dipanando il quotidiano e liberando fantasie e desideri irrisolti. Mettere nero su bianco le difficoltà affrontate e le paure paralizzanti porta a conoscersi e quindi ad accogliersi. Sperimentando la conoscenza s’impara a valorizzarsi, correggersi, a vivere meglio i rapporti, a capire la realtà, a divenire maturi e consapevoli. La rilettura delle pagine può essere stimolo di autocritica, ma anche di autocompiacimento, poiché il diario è la chiave di lettura per entrare in contatto con altri mondi, con l’infinita gamma di idee, desideri, affetti , illusioni e malinconie che si muovono nel genere umano.
In occasione del "ripasso" del diario e di
come scrivere una bella pagina efficace,
propongo ai miei ragazzi, alle ragazze in
particolare, un approfondimento sullo
SMASH BOOK, il diario personale di
ultima generazione.
Lo smash book è nato naturalmente negli
Stati Uniti, ogni quaderno è fornito
di una penna, che da un lato ha una punta
sottile, mentre dall’altro ha la colla stick.
I diversi fogli possono essere abbelliti con
gli smash pad, il data stamp, le taschine per
custodire le cose più preziose, le targhette
adesive, le sticky-notes e le clips.
Approfondite ancora spaziando in rete....
Ho appena finito di rileggere "Il postino
di Neruda" di Antonio Skarmeta, ad un
certo punto l'idea: Mario Jimenez
registra al grande poeta, malato di nostalgia,
i suoni dell'isola:
Numero uno: onde alla cala di sotto. Piccole.
Numero due: onde grandi.
Numero tre: vento della scogliera.
Numero quattro: vento dei cespugli.
Numero cinque: reti tristi di mio padre.
Numero sei: campane dell'Addolorata, con prete.
Numero sette: cielo stellato dell'isola.
Bello però, non me n'ero mai accorto che era così bello.
Numero otto (registra il rumore del suo bambino nella pancia della moglie):
cuore di Pablito."
questa è la scena del film "Il postino",
con Massimo Troisi:
Consegna:
poesia sonora: registrare col cellulare
i suoni della primavera e della Pasqua...
questo è ciò che ho ascoltato:
1- vento leggero tra i rami fioriti
2- ruscello di campagna che scorre lento
3- gatti in amore che miagolano in giardino
4- uovo di Pasqua che viene scartato
5- allegro cinguettio degli uccellini
6- suono di campane in lontananza
7- profumo "vero" di un fiore appena sbocciato...
qui finisce la poesia sonora e inizia quella sinestetica e
Speravo tanto che vi piacesse, che
parlasse ai vostri cuori assetati di
verità.....era bello vedervi così
attenti, più concentrati di quando
avete un compito in classe.
Volevo solo farvi riflettere.....