martedì 26 novembre 2013

POSSIBILITA'
















Ecco alcuni versi dei miei studenti:
"Preferisco la luce della morte
al buio della vita
preferisco un pugno vero
a un bacio finto
preferisco affermare che l'uomo
è nato per sbagliare
preferisco la cucina della nonna
a quella di un ristorante a 5 stelle
preferisco persino pensare che il
mondo ruoti intorno al bene...."

"Possibilità" di Wislawa Szymborska
è una magnifica poesia su cui
abbiamo lavorato ultimamente.
L'ho letta lentamente, gli alunni
hanno annotato i versi che
preferivano e  abbiamo selezionato
i più interessanti, poi a casa si sono
cimentati nell'ardua impresa di
continuare con la loro personale serie
di "preferisco".

Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente
a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare che l’intelletto
ha colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlare d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a
tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non
tondi, da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti, che non mi
promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una
credulona.
Preferisco una terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli
conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno
dell’ordine.
Preferisco le pagine dei Grimm alle
prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori
senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari perché io
li ho scuri.
Preferisco molte cose che qui non ho
menzionato a molte pure
qui non menzionate.

Preferisco gli zeri alla rinfusa che non
allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello
siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto
ancora e quando.
Preferisco considerare persino la
possibilità che l’essere abbia
una sua ragione.
(Wisława Szymborska)
 

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