giovedì 3 novembre 2016

DANTE CONSOLATORE

Spero di strapparvi un sorriso, di impegnarvi
in qualche riflessione e di distrarvi, per quanto
è possibile, da quest'ansia che divora la 
voglia di vivere. Un abbraccio grande a tutti, 
a presto, la prof.

"Caro Dante,
prima di tutto spero che tu stia bene,
...che il macigno non ti pesi troppo,
e che tu possa ascoltare il Gloria in excelsis Deo il più presto possibile...
... Innanzitutto ti voglio ringraziare
perché con la tua Divina Commedia mi hai fatto innamorare della poesia,
che è la cosa più bella del mondo,
mi hai fatto sentire il bene e il male,
mi hai fatto andare a letto impaurito,
mi hai portato con te dappertutto,
in Lunigiana, in cielo, dall'altra parte del globo...,
mi hai fatto piangere e morire dal ridere,
anche se hai scritto in una lingua difficilissima, misteriosa, incomprensibile,
che per capirla ho dovuto farmela spiegare dai miei nonni analfabeti...

Ti scrivo per motivi tecnici ed amministrativi...
e soprattutto finanziari
Sto facendo una turnée in Italia per lo spettacolo "Tutto Dante";
a te spetterebbe il 30% dell'incasso, ma mi chiedo:
è sicuro che questi soldi ti arrivano?
... sai com'è, in Italia...
....Pur di non pagarti ti faranno mille lusinghe,
ma tu non ci cascare...
....
....Dicono che la "Divina Commedia" sia l'opera più ardita dell'ingegno umano,
che il suo insegnamento è così profondo che può essere disceso nel pensiero umano solo per rivelazione,
e che per la prima volta, nella storia del mondo, ci hai fatto esplorare la remota regione dell'Eterno, "fisicamente, corporalmente" ...
Con la Divina Commedia ci hai fatto capire che...:

che Dio ha bisogno degli uomini;
che ogni volta che l’uomo fa del male, Dio trattiene il respiro;
che non c’è male che non possa essere consolato;
che ognuno di noi è qui per completare e complicare l’affresco;
che la poesia è canto e racconto;
che le donne sono l’apice della creazione, la rugiada dell’altissimo;
che ti sei occupato di questo strano dono che abbiamo avuto in sorte: la vita;
che, dopo averti letto, non si guardano più le persone con distrazione
ma come scrigni di un mistero, depositari di un destino immenso;
che l’arte si deve interessare alla vita;
che la vita è molto di più di quanto possiamo capire, per questo resiste;
che nessuno è troppo strano per essere capito;
che ognuno di noi è unico, e fa la differenza;
che si può parlare degli altri quando parliamo di noi;
che cosa ci rende felici;
che cosa amiamo e odiamo davvero;
che noi tutti siamo qui per il sì di una donna;
che siamo intrisi del duro desiderio di durare;
che ci hai reso possibile vivere in un mondo più grande;
che ci hai reso il mondo meno estraneo e nemico;
che ogni persona è l’eroe della propria storia, anche se i suoi giorni e le sue notti non appaiono eccezionali a nessuno;
che i fatti del mondo non sono la fine della questione;
che in poesia si usa lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici
e il gesto di un sarto che con poca luce introduce il filo nella cruna di un ago;
che si può dare del tu all’ignoto;
che il paradiso è colmo dell’accecante bellezza del verbo Essere;
che la vita è destino e viaggio, conoscenza e amore;
che qualcuno non distoglie mai lo sguardo da noi, perchè ci ama;
che la bellezza nasce terribilmente;
che l’arte è un dono......."

Va beh, ho capito: ....tutta gente che non vuole spendere una lira....". 


 
Ragazzi, riassumete e studiate le pagine 36-37 del libro di letteratura, sono argomenti che abbiamo già trattato in classe. Spero di rivedervi presto, la prof.

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