lunedì 26 febbraio 2018

IN PUNTA DI PIEDI



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 IN PUNTA DI PIEDI

Ho chiesto ai miei alunni di scrivere pensieri e riflessioni dopo avere ascoltato le testimonianze di Paola Mariangeli, autrice del libro  “In punta di piedi”, e di Santina Proietti, presidentessa dell’Alcli di Rieti. Eccoli:

Paola ci ha raccontato di come è riuscita ad alzarsi “in punta di piedi”, dopo la triste morte del figlio Simone, per guardare più in là; secondo me è riuscita a risollevarsi grazie ai ricordi del suo bambino, infatti come dice il famoso aforisma “non esiste separazione finché esiste il ricordo”. (Aldo)

Paola ha  trasferito il suo dolore e la sua testimonianza in questo libro. Ora, nonostante tutto, la sua vita è a colori, anche dopo la morte di Simone; nel momento della malattia di suo figlio, la signora Paola ha trovato  aiuto e conforto nei volontari che la andavano a trovare. Questa mamma secondo me è l’emblema di una donna energica e determinata, mi hanno molto colpita le sue parole decise, con dietro una storia forte e dolorosa come la sua. Mi ha ispirato  volontà e carica personale nel vivere e raccontare l’accaduto. (Rachele)

Paola ha detto che se avesse potuto ricominciare la sua vita non avrebbe cambiato niente, questo mi fa riflettere molto.(Elena)

Io, da quattordicenne, non oso nemmeno immaginare la sofferenza che ha attraversato quel povero bambino e, soprattutto, i pensieri che ha avuto. Dobbiamo imparare molto dalla signora Paola, perché il suo non  è stato un invito a piangerci addosso nei momenti difficili, il suo è stato un invito alla forza, a rimanere attaccati il più possibile alla nostra vita, perché solo così impariamo davvero ad apprezzarla. (Mattia)

Simone ha lasciato troppo presto il nostro mondo provocando una grande ferita, troppo grande. Spero che un giorno la Signora Paola possa riabbracciare il suo piccolo angelo. (Giorgia N)

Perdere qualcuno fa male . Non so come la Signora Paola abbia fatto a reagire così , io non ce l’avrei fatta, mi sarei nascosta dietro al dolore, lei non l’ha fatto, ha superato questa barriera ed è andata avanti . Sono certa che ripensa spesso a lui, ai momenti passati insieme, ai suoi sguardi, alla sua risata, ma certe volte il dolore supera di gran lunga la felicità. Paola ogni volta che parla di lui ha sempre il sorriso, segno che è stata orgogliosa di suo figlio. Gli amici di Simone non l’hanno guardato in modo diverso , né con pena, né con disprezzo; quando è morto gli hanno donato dei biglietti di addio e hanno messo dei giocattoli sulla sua tomba (Lidia)

La cosa che più mi ha fatto riflettere è stato se Simone sapeva che da un giorno all’altro poteva mancare e che cosa provava, gli sono vicino adesso (Filippo)

Prima di morire Simone disse ai suoi genitori di pregare sempre, di non sentirsi (nell’ultimo saluto) abbandonati perché , anche se ora si trova in un altro mondo, è come se fosse il loro angelo custode  (Aurora S)


La Signora Paola tutt’ora fa parte dell’associazione Alcli che l’ha resa una persona migliore. E credo che sia proprio questo il significato del libro, non lasciarsi abbattere dai problemi della vita e cercare di andare avanti con forza e con tenacia proprio come ha fatto lei. (Gabriele)

A me ha colpito molto la frase “Quando muore una persona, non la vedi con gli occhi, ma la senti nel tuo cuore”; questa cosa è vera, perché la distanza separa due corpi ma non due cuori. Da questa esperienza ho capito che ci sono cose ben più gravi di un amore adolescenziale finito o di un’amicizia tradita. (Anna)

A Paola e Simone

Come è arrivato se ne è andato,

quel bambino tanto desiderato,

da quella mamma ormai sconvolta

e dagli eventi della vita travolta.

Ma poi la fede l’ha aiutata

E da Dio è stata chiamata,

è stata chiamata per servire il mondo

grazie al suo racconto così profondo,

i cuori della gente ha riempito di amore

e ai bisognosi ha ricolmato il cuore.

Adesso sulle spalle ha una storia,

che di tutti  ascolta le opinioni,

una storia vera, fatta di mille emozioni

(Alessandro)

Simone ha detto alla madre “io ti sarò accanto” e ha mantenuto la parola. Ogni bambino è bello per quello che è, in tutte le situazioni, dalla più normale alla più fragile, e lui secondo me è bellissimo. (Letizia)

Quella di Simone è una vita che, pur essendo scivolata via in punta di piedi, ha lasciato orme indelebili nella sabbia del mare, che lui amava tanto. Però Simone era anche attaccato alla vita, una vita che non voleva lasciarsi sfuggire tra le dita e così faceva l’unica cosa che potesse fare: regalare sorrisi (Chiara)

Quando la prof mi diede il libro francamente  pensai  che sarebbe stato una noia assoluta, invece cominciò a riempirmi il cuore di malinconia ma anche di pensieri profondi…sono entusiasta di aver conosciuto Paola e ringrazio Dio che ci siano persone come lei. (Alessia)

Quando ho visto Paola ho capito subito la forza con cui è riuscita ad andare avanti, la stessa con la quale andrà avanti ancora fino a che arriverà il momento di riabbracciare il suo Simone (Giuseppe)

Mentre Paola raccontava la sua storia mi è venuto un senso di tristezza e anche un vago  sentimento di impotenza perché, in questi casi,  non si può fare più di tanto per aiutare le persone che amiamo (Edoardo)

Della signora Paola ho apprezzato soprattutto la forza e il coraggio con cui ha raccontato la sua storia, riuscendo a trasmettere l’importanza di valori inestimabili. Però Simone non ha mai lasciato la sua mamma, che lo ritrova in tutte le cose che fa,  soprattutto nella sua attività di volontariato. Paola, insieme alla signora Santina Proietti (presidente dell’Alcli), aiutano le persone con problemi di salute e difficoltà economiche fornendogli un alloggio, ma soprattutto amore e compagnia. La signora Santina e la signora Paola ci hanno dato prova di una forza e un amore infiniti. (Niccolò)

A mio parere le persone come Simone che sono passate nella malattia o in momenti difficili, hanno qualcosa in più da dire. La malattia, per quanto crudele e spietata lascia un segno indelebile: il sorriso, il sorriso di chi ha lottato. Il modo in cui Simone apprezzava e amava la sua vita nonostante la malattia mi incanta. Ma un’altra cosa che mi stupisce è il coraggio di questa  madre che, prendendo forza, si è rialzata e ha teso una mano al prossimo. E’ così, con piccoli gesti, che è entrata a far parte della famiglia dell’Alcli, con un grande peso sulle spalle ma con l’altruismo impresso nel cuore, così come tutti gli altri volontari. Uscendo dalla stanza mi sono sentita un po’ scossa, ma felice, felice di sapere che da qualcosa di terribile come la malattia e la morte possa essere nato qualcosa di eccezionale come l’Alcli. Grazie. (Aurora C)

Simone, a soli 6 anni, ha provato e sperimentato sulla sua pelle, ciò che vuol dire soffrire. A soli 6 anni ha capito  ciò che gli adulti a volte non capiscono in tutta la loro vita: la bellezza della vita stessa. “In punta di piedi” è un bellissimo libro che ti cambia la vita, te ne fa capire l’importanza , ti fa capire come sei fortunato a svegliarti la mattina e vedere la luce che filtra dalla finestra, ad alzarti dal letto e saperti vestire da solo, tornare a casa dopo scuola e trovare una famiglia che ti accoglie, avere un tetto sotto il quale dormire… ciò che molti non hanno. Simone e sua madre ci insegnano che anche dalla sofferenza si può ricavare un sorriso. Paola Mariangeli, insieme a suo figlio, ha attraversato un momento di debolezza, tutti abbiamo passato un momento di fragilità, ma per lei ciò che è stato debolezza nel passato adesso è forza per il futuro (Silvia)

Essendoci nel mondo circa sette miliardi di persone può accadere che alcune sviluppino delle malattie, alcune curabili e altre non. In questo secondo caso  neanche Dio in persona può fare qualcosa e tu, come Simone,  semplice granello di sabbia, puoi solo goderti, nel modo migliore, il prezioso tempo che ti resta. (Samuele)

Due ore di scuola hanno avuto uno scopo:  insegnarci a combattere e a reagire anche nei momenti più difficili. Il volontariato ha fatto sentire Paola una persona migliore, più in pace con se stessa. Io ammiro molto questa madre perché, anche se nonostante tutti gli sforzi non è riuscita a salvare il figlio, ha avuto comunque la prontezza di non arrendersi al dolore e di reagire con forza e tenacia. A mio avviso Simone continua ad essere vicino alla madre e a darle la carica necessaria, incitandola a non arrendersi. Ora Simone è in un posto migliore dove non soffre ed è tranquillo, questo Paola lo sa e anche per questo riesce a raccontare la storia sorridendo. (Mattia L)

Oggi Paola si dedica al volontariato, cosa che la rende molto fiera e sollevata, ad ascoltare e leggere questa storia ho provato tristezza e ho pianto, ma poi ho pensato a Simone che gioca con gli angeli ed è tornato di nuovo il sorriso. (Eva)

Paola Mariangeli ci ha raccontato la storia del piccolo Simone per farci capire quali sono i valori più importanti della nostra vita, non un cellulare o una felpa firmata, ma la luce che ogni giorno illumina i nostri occhi, i sorrisi, le carezze, i piccoli gesti che la vita ci offre. Ci sono persone che ogni mattina aprono gli occhi con il dubbio del domani, senza un futuro, eppure hanno fede, riescono a trovare la gioia nelle piccole “grandi” cose; ognuno di noi si affanna alla ricerca della grandezza e della ricchezza, ma è la ricchezza del nostro animo che dovrebbe essere l’essenza di ogni nostra giornata, la convinzione che essa vada vissuta attimo per attimo. Ci sono persone meravigliose che lavorano nel silenzio, donando se stesse, il proprio amore, il proprio tempo: sono i volontari che ogni giorno si dedicano a chi soffre, a chi è chiamato ad affrontare malattie improvvise e che spesso si trova di fronte al buio di un baratro. Dobbiamo imparare a donare, ad aiutare il prossimo, così da riempire i nostri cuori di meraviglia e infinito amore. Dobbiamo farlo in silenzio….”In punta di piedi” (Agnese)  

Ragazzi, la signora Paola è stata felicissima
delle vostre parole, le considera un enorme
regalo,  vi ringrazia tutti dal profondo 
del cuore e vi saluta caramente. 
Bravi, sono fiera di voi, la prof.👍😃⛄



  


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