L'augurio, quello sincero, è un termine
antico che ci ricongiunge in un volo
senza tempo ai nostri avi pagani, con cui
condividiamo lo stesso cielo e la stessa
terra; porgere gli auguri è sperare e desiderare
il bene dell'altro, viene dal latino augurium,
da àugur, cioè àugure.
L'augurio era la cerimonia con cui l'àugure,
il sacerdote etrusco o romano, interpretava
il volere degli dèi "leggendo", con occhi
sapienti, il libero volo degli uccelli, il loro
librarsi leggeri nell’aria; molto dipendeva
dalla specie, dalla direzione del volo (quello
da oriente era sempre favorevole), dal fatto
dalla specie, dalla direzione del volo (quello
da oriente era sempre favorevole), dal fatto
che volassero da soli o in gruppo e dal tipo
di versi che emettevano; è noto che gli uccelli
migratori da sempre seguono le linee
magnetiche, sentono cioè il "benessere" dei
luoghi, quelli dove stanziarsi, quelli adatti
per la sosta o semplicemente da sorvolare.
migratori da sempre seguono le linee
magnetiche, sentono cioè il "benessere" dei
luoghi, quelli dove stanziarsi, quelli adatti
per la sosta o semplicemente da sorvolare.
In seguito si passò ad osservare il movimento
dei rettili, dei quadrupedi o il comportamento
dei polli sacri (se beccavano il cibo la guerra
era vinta, altrimenti c'era da temere!), gli
aruspici infine leggevano le interiora degli
animali sacrificati (in genere pecore) in
particolare il fegato, che non doveva avere
segni o cicatrici; si trattava solo di capire se
gli dèi approvavano o meno una scelta o una
decisione importante da prendere.
L'attività "augurale" durava tutta la vita ed
era molto venerata, al punto che qualunque
offesa era punita con la pena di morte; i
sacerdoti indossavano un mantello di
sacerdoti indossavano un mantello di
in mano il lituo, un bastone ricurvo a forma di
punto interrogativo, la Terra coincideva col
puntino sotto questo segno; nelle cerimonie
si implorava quindi l'aiuto divino per la fertilità
delle campagne, si interpretavano anche il canto
degli uccelli, i loro richiami: non a caso
l' etimologia della nostra parola ci riconduce ad
"avis", che in latino significa uccello, ed è
credenza comune che negli uccelli riviva
qualcosa di umano, l'anima e il soffio vitale
di chi ci ha preceduto...non è un caso che
in latino una sola vocale distingua gli avus
(avi) dagli avis (uccelli)!
Fare gli auguri è quindi un rituale solenne,
atavico, fecondo, ed io, anche se non so
interpretare il volo degli uccelli, voglio
inaugurare il nuovo anno con un augurio
per voi cari alunni, vecchi e nuovi, esprimo
l'auspicio e la speranza che riceviate tutto
il bene, che siate felici e possiate realizzare
i vostri sogni più belli…
Fare gli auguri è quindi un rituale solenne,
atavico, fecondo, ed io, anche se non so
interpretare il volo degli uccelli, voglio
inaugurare il nuovo anno con un augurio
per voi cari alunni, vecchi e nuovi, esprimo
l'auspicio e la speranza che riceviate tutto
il bene, che siate felici e possiate realizzare
i vostri sogni più belli…
AUGURI RAGAZZI, IN TUTTE LE LINGUE
DEL MONDO, ANCHE IN LATINO!!!
DEL MONDO, ANCHE IN LATINO!!!
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