domenica 30 dicembre 2018

AUGURI: ETIMOLOGIA

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L'augurio, quello sincero, è un termine
antico che ci ricongiunge in un volo
senza tempo ai nostri avi pagani, con cui
condividiamo lo stesso cielo e la stessa
terra; porgere gli auguri è sperare e desiderare
il bene dell'altro, viene dal  latino augurium
da àugur, cioè àugure.
L'augurio era la cerimonia con cui l'àugure,
il sacerdote etrusco o romano, interpretava 
il volere degli dèi "leggendo", con occhi 
sapienti, il libero volo degli uccelli, il loro 
librarsi leggeri nell’aria; molto dipendeva
dalla specie, dalla direzione del  volo (quello
da oriente era sempre favorevole), dal fatto 
che volassero da soli o in gruppo e dal tipo 
di versi che emettevano; è noto che gli uccelli
migratori da sempre seguono  le linee
magnetiche, sentono cioè il "benessere" dei
luoghi, quelli dove stanziarsi, quelli adatti
per la sosta o semplicemente da sorvolare.
In seguito si passò ad osservare il movimento 
dei rettili, dei quadrupedi o il comportamento
dei polli sacri (se beccavano il cibo la guerra 
era vinta, altrimenti c'era da temere!), gli 
aruspici infine leggevano le interiora degli 
animali sacrificati (in genere pecore) in
particolare il fegato, che non doveva avere 
segni o cicatrici; si trattava solo di capire se 
gli dèi approvavano o meno una scelta o una 
decisione importante da prendere. 
L'attività "augurale" durava tutta la vita ed 
era molto venerata, al punto che  qualunque 
offesa era punita con la pena di morte; i
sacerdoti  indossavano un mantello  di




porpora e cocco durante le funzioni e avevano
in mano il lituo, un bastone ricurvo a forma di
punto interrogativo, la Terra coincideva col
puntino sotto questo segno; nelle cerimonie
si implorava quindi  l'aiuto divino per la fertilità
delle campagne, si interpretavano anche il canto
degli uccelli, i loro richiami: non a caso
l' etimologia della nostra parola ci riconduce ad
"avis", che in latino significa uccello, ed è
credenza comune che negli uccelli riviva
qualcosa di umano, l'anima e il soffio vitale
di chi ci ha preceduto...non è un caso che
in latino una sola vocale distingua gli avus
(avi) dagli avis (uccelli)!

Fare gli auguri è quindi un rituale solenne,
atavico, fecondo, ed io, anche se non so
interpretare il volo degli uccelli, voglio
inaugurare il nuovo anno con un augurio
per voi cari alunni, vecchi e nuovi, esprimo
l'auspicio e la speranza che riceviate tutto
il  bene, che siate felici e possiate realizzare
i vostri sogni più belli…
AUGURI RAGAZZI, IN TUTTE LE LINGUE
DEL MONDO, ANCHE IN LATINO!!!

 

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