domenica 28 ottobre 2018

FAVOLA: CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA

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Non è proprio una favola e neanche
una filastrocca, è un misto di prosa e rime,
ricche di leggerezza e musicalità,
si tratta della LETTERA DI UN RAGNO AL
SUO PADRON DI CASA di
Gianni Rodari. Ascoltiamola:
Ecco il testo:

Egregio Signore,
sono un vecchio ragno e sono vissuto finora proprio alle sue spalle dietro il busto di gesso di questo strano personaggio con due facce che mi sembra si chiami il dio Giano. Anzi, senta ...
Il buon dio Giano, com'era stran,o aveva due facce per far le boccacce. Dietro la testa guarda  caso gli è spuntato un altro naso. Però non è del dio Giano che voglio parlarle, ma della mia vecchia e povera persona.
Ero un bel ragno grasso e nero ai miei tempi. Ma ... sono stato ridotto così dalle tante battaglie che ho dovuto sostenere con la di lei moglie, che ogni mattina distruggeva con un sol colpo di scopa le mie pazienti creazioni nel campo della tessitura.
Se lei fosse un pescatore e un pescecane e le distrugessero tutte le mattine la rete come farebbe a vivere?
Con questo non voglio paragonare la sua signora a un pescecane. Ma ... insomma mi sono dovuto ridurre a dare la caccia ai moscerini in libreria, e mi sono accampato in un piccolo rifugio dietro la testa del dio Giano, che non se ne lamenta troppo. Così sono invecchiato.
Le mosche sono sempre più rare con tutti gli insetticidi che hanno inventato. Vorrei pregare la sua signora di lasciarne vivere almeno due o tre la settimana, di non farle morire proprie tutte.
Ma so che questo è impossibile. La sua signora odia le mosche, perché le sporcano le tovaglie e i vetri delle finestre. Perciò ho deciso di lasciare questa casa e di trasferirmi in campagna, là forse troverò da vivere.
Ho ricevuto un messagio da alcuni amici miei che vivenano in solaio e sono emigrati in giardino. Si trovano bene e mi invitano a raggiungerli. Si, signore, ce ne andiamo tutti. I ragni lasciano le case degli uomini perché non vi trovano più cibo. Me ne vado senza malinconia.
Ma ... mi sarebbe sembrato di farle un dispetto e di mancarle di cortesia, andandomene senza salutare.
Suo devotissimo
Ragno Ottozampe

Consegna:
Riscrivete la favola cambiando il
punto di vista:
Lettera del padron di casa al ragno...

PER RIFLETTERE:

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