Buongiorno ragazzi, voglio
proporvi delle poesie molto
belle che ho avuto il piacere
di leggere in questi giorni.
Hanno un potere consolatorio,
aiutano la meditazione, ci
fanno capire tanto di ciò
che ci "lavora dentro" e non
riusciamo ad esprimere.
Non vi spaventate della lunghezza,
leggetele dall'inizio alla fine,
sono profonde, eloquenti, ve lo
garantisco.
Questi versi sono un dono del
prof. di musica Quirino Bonaventura👍,
che li fatti girare nel gruppo docenti
della nostra scuola. L'autrice è
Mariangela Gualtieri, una stimata
poetessa di Cesena.
Questo ti voglio direAnche questa poesia tocca l'anima:
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.
E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.
di Kitty O’Meara
Meravigliosa anche questa che ho
tratto dal bellissimo blog "Spicchi di
limone" di Paola Limone:
SENTI COME TI ABBRACCIANO
FORTE I MIEI OCCHI
Finirà presto, come finiscono
tutte le cose senza cuore
come fanno i tornado
le onde arrabbiate dei mari giganti
i terremoti, le tempeste,
vengono devastano e se ne vanno,
è la loro natura, venire distruggere e andare
la nostra natura invece
è quella di restare
e a chi resta
resta il compito di costruire
oggi siamo chiamati a difendere le nostre piogge interiori
a non lasciarci affogare dall'indifferenza
dall'odio, il razzismo, la paura
a costruire la nostra Arca dentro
per mettere in salvo la generosità,
l'accoglienza, il senso di pace, il servizio, l'umiltà
questo virus non ci sta uccidendo,
ci sta ricordando che siamo fragili
che non dobbiamo dare per scontato questo corpo
che non si scherza con la terra
che non si prende in giro il cielo
e che c'è sempre un'occasione
per restare amorevoli
non posso toccarti, dicono,
ma senti,
senti come ti abbracciano forte
i miei occhi.
(Gio Evan)
Grazie (Coronavirus)
Ecco la traduzione della poesia: “Sono state salvate molte vite irlandesi perché ci avete dato tempo. Centinaia, forse migliaia, vivono perché ci avete dato tempo. Tempo che non avete avuto voi stessi, ma avete inviato quel segnale di allarme e migliaia di persone vivono e amano oggi perché ci avete dato tempo. Ingegneri e artisti e cantanti a dozzine. Dante, Carducci, ci avete dato poeti in abbondanza. Marco Polo e Colombo hanno navigato e ancora una volta avete aperto la strada e ci avete dato un periodo cruciale. I vostri medici in prima linea contro il virus hanno risposto al fuoco con il fuoco. La loro missione per salvare ogni vita, guidata dalla volontà. Purtroppo molti hanno perso la vita, mentre combattevano per restare in linea e salvare molte vite irlandesi perché ci hanno dato tempo. La Monna Lisa di Da Vinci e Caravaggio, la Cappella Sistina, il Tondo Doni di Michelangelo, ci avete dato queste grandi meraviglie e artisti sublimi. Ma vi ringraziamo soprattutto perché loro ci hanno dato tempo. Il Barocco e Pavarotti e le lune di Galileo. Verdi e Vivaldi e le dolci melodie di Rossini. Ci avete dato grandi compositori con melodie e rime: possiamo apprezzarli ancora perché ci avete dato tempo. Così, mentre pensiamo ai viaggi, non sapendo quando o dove, faremo un viaggio a Bergamo e ringrazieremo le persone che si trovano lì. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con voi. Speriamo che le vostre stelle si allineino. Grazie. Mille grazie”
Doireann Garrihy
Questa poesia invece è di Irene
Vella, una giornalista veneziana:
Era l’11 marzo del 2020,
le strade erano vuote,
i negozi chiusi,
la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini.
E il cielo si colorava di rosa e di blu.
La mattina si impastava il pane
e si infornavano i ciambelloni.
Diventava buio sempre più tardi
e la mattina le luci entravano presto
dalle finestre socchiuse.
Era l’11 marzo 2020
i ragazzi studiavano connessi a Gsuite.
E nel pomeriggio immancabile
l’appuntamento a tressette.
Fu l’anno in cui si poteva uscire
solo per fare la spesa.
Dopo poco chiusero tutto.
Anche gli uffici.
L’esercito iniziava a presidiare
le uscite e i confini.
Perché non c’era più spazio
per tutti negli ospedali.
E la gente si ammalava.
Ma la primavera non lo sapeva
e le gemme continuavano ad uscire.
Era l’11 marzo del 2020
tutti furono messi
in quarantena obbligatoria.
I nonni le famiglie e anche i giovani.
Allora la paura diventò reale.
E le giornate sembravano tutte uguali.
Ma la primavera non lo sapeva
e le rose tornarono a fiorire.
Si riscoprì il piacere di mangiare
tutti insieme.
Di scrivere lasciando libera
l’immaginazione.
Di leggere volando con la fantasia.
Ci fu chi imparò una nuova lingua.
Chi si mise a studiare
e chi riprese l’ultimo esame
che mancava alla tesi.
Chi capì di amare davvero
separato dalla vita.
Chi smise di scendere a patti
con l’ignoranza.
Chi chiuse l’ufficio
e aprì un’osteria con solo otto coperti.
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo
l’amore per il suo migliore amico.
Ci fu chi diventò dottore
per aiutare chiunque un domani
ne avesse avuto bisogno.
Fu l’anno in cui si capì
l’importanza della salute
e degli affetti veri.
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi.
E l’economia andare a picco.
Ma la primavera non lo sapeva
e i fiori lasciarono il posto ai frutti.
E poi arrivò il giorno della liberazione.
Eravamo alla tv
e il primo ministro disse a reti unificate
che l’emergenza era finita.
E che il virus aveva perso.
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto.
E allora uscimmo per strada.
Con le lacrime agli occhi.
Senza mascherine e guanti.
Abbracciando il nostro vicino.
Come fosse nostro fratello.
E fu allora che arrivò l’estate.
Perché la primavera non lo sapeva.
Ed aveva continuato ad esserci.
Nonostante tutto.
Nonostante il virus.
Nonostante la paura.
Nonostante la morte.
Perché la primavera non lo sapeva..
Ed insegnò a tutti.
La forza della vita.
Tutti sapete quanto sia importante
scrivere le paure e le ansie,
quanto sia importante affrontarle
per vincerle. Il mio consiglio è:
continuate il diario delle vacanze
e di Natale (per i miei alunni),
altrimenti cominciatelo, scrivete
versi vostri, date voce alla vostra
anima bella, fatela parlare.
Chi trova difficoltà "a partire"
continui questo incipit:
Rispetto per i mille morti
rispetto per i tanti figli e nipoti in lacrime
Il silenzio cali solenne
è tempo di riflettere...
Scrivetemi le vostre poesie qui sotto
nei COMMENTI, tutti, non solo i
miei alunni, oppure, se volete che le
legga solo io, inviatele all'indirizzo
mail carla.belloni1@istruzione.it
Mi raccomando metteteci il cuore,
chiunque può essere poeta. Scegliete
con cura le parole. I sentimenti, in
questo momento di dolore e di
attesa, ci accomunano, non abbiate
paura di aprirvi al prossimo, le
parole accarezzano, abbracciano,
fanno compagnia, compensano
le mancanze che stiamo vivendo.
ECCO LE VOSTRE
MERAVIGLIOSE POESIE:
VIRTUAL FREE HUGS
STRINGIAMOCI TUTTI IN UN ABBRACCIO VIRTUALE
SOLO COSI' VINCEREMO SUL MALE...
SAMULE IIB2
INIZIO' TUTTO A MARZO...
Iniziò tutto a marzo,
chissa perché, chissà come,
chissà dove?
Sarà stato per il cambio di stagione,
per il troppo caldo
o per il troppo freddo.
Ma una cosa è certa
non sarà l'anno migliore
della nostra vita.
Ma la vita, anche tra quattro mura,
deve continuare,
con felicità e spirito armonioso.
So che è difficile
e lo è anche per me,
ma noi, l'Italia, il mondo intero
non ci dobbiamo arrendere
contro un virus.
Dobbiamo andare avanti
per quelle povere vite mancate,
per ricominciare ad uscire
per ricominciare a vivere
la vita normale,
ma soprattutto per noi stessi.
Io ne sono convintissima,
usciremo da questa "pausa italiana"
più forti di prima.
Ne sono certa!
L'Italia e tutto il mondo
continueranno e torneranno a splendere
#ANDRA' TUTTO BENE!!!
LIVIA IIB2
L'AMORE E' POTERE
UNIAMOCI ATTRAVERSO GLI SCHERMI
SOLO COSÌ NON SAREMO INERMI
SALVIAMO LE PERSONE
FACENDO IL NOSTRO DOVERE
PERCHÈ ĽAMORE È POTERE
LUCA IIB2
VENTI DI SPERANZA
COVID 19
Rispetto per le migliaia di morti
rispetto per i tanti figli e nipoti in lacrime
Il silenzio cali solenne
è tempo di riflettere...
Questa epidemia ci sta uccidendo,
ci sta facendo cadere,
ma di chi è la colpa di tutto questo?
Un dilemma si pone a tutti i popoli colpiti:
siamo stati noi o il virus?
...a quanto pare noi.
Sì, perchè l'essere umano è nato libero
e lo sarà sempre e purtroppo soffre
se gli si nega la libertà
Questa epidemia fa paura ma anche ridere,
perchè la gente è più forte di lei,
la gente sorride, gioca e canta dai balconi
..e tutto questo per me è bello,
dà luce a questo buio
Qui finiscono le mie parole,
l'epidemia parla da sola
CARLO IIB2
LA SOSTITUZIONE
Vivo la vita con la sostituzione
ma non mi pare che sia una soluzione
E' vero mi alzo quando mi pare
ma non mi sembra un bell'affare
Professori da vedere su un televisore
ma senza che con loro passi un po' di ore
Ogni mezz'ora un telegiornale
le notizie son le stesse e fanno male
Mamma abbassa gli occhi e papà sta zitto
ma quando finirà questo conflitto?
Dicono non preoccuparti tutto andrà bene
ma dalla faccia capisco le loro pene
Rivoglio i baci di mia nonna
e gli scherzi che le faccio
mi accontento anche di un abbraccio
Rivoglio i miei cugini
e la lotta con i cuscini
Rivoglio i miei amici e le risate
e i sabati pomeriggio a fare cavolate
A uno schermo appiccicata tutti i giorni
A sperare che la vita alla normalità ritorni
La tecnologia non è la soluzione
alla vita non c'è sostituzione
GIORGIA IIB2
INSIEME VINCEREMO
Sei arrivato in silenzio,
quasi timidamente, sottovalutato,
un nemico subdolo, furbo.
Sei entrato nelle nostre vite,
nelle nostre case
e ci hai reso tutti uguali.
Hai azzerato tutte le differenze,
niente più ricchi o poveri,
bianchi, neri, gialli o rossi,
belli o brutti, felici o tristi.
Tutti uguali davanti a te,
che decidi, senza distinzioni
delle nostre vite.
E tutti, indistintamente,
nelle nostre quattro mura,
con il naso alla finestra
le orecchie e gli occhi
rivolti ad un freddo schermo,
viviamo lentamente il nostro presente,
nell'attesa e nella speranza
che torni il nostro domani.
Ma una cosa ci tengo a dirtela,
da soli e senza speranza non si vince,
...e noi siamo in tanti
...e pieni di speranza!
Insieme ce la faremo!
Insieme vinceremo!
SOFIA IIB2
Buona domenica, un caro saluto
a tutti, la prof.
STRINGIAMOCI TUTTI IN UN ABBRACCIO VIRTUALE,
RispondiEliminaVINCEREMO SUL MALE.
SAMUELE
Bellissimo il tuo aforisma Samuele. Grazie
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