Quest'anno voglio ricordare la morte
di Giovanni Falcone, con un brano
tratto dal romanzo "Ciò che inferno
non è " di Alessandro D'Avenia:
parla di 3P, Padre Pino Puglisi,
(vittima innocente della mafia perché
"si portava i picciriddi cu iddu"), di
Falcone, di Borsellino e di tutti coloro
che, a costo della vita, si sono schierati
contro il male di una "cosa, che nostra
non è":
Quando un branco di lupi non riesce a trovare più prede, a far bottino, ad azzannare e nutrirsi, quando un branco di lupi perde il proprio territorio di caccia, le tane, la forza, reagisce massacrando il più debole del branco. Si nutre della propria carne. Gli uomini-lupi fanno allo stesso modo, sacrificano chi gli è vicino per sentirsi forti. E scelgono il più debole. Così recuperano controllo e potere. Ma tra gli uomini accade che proprio il sacrificio del più debole risvegli chi se ne stava in disparte, indifferente o impaurito. Il suo sangue nutre loro più dei lupi che lo hanno divorato.
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