martedì 8 gennaio 2019

SIAMO RICCHI O POVERI?





Mia sorella mi ha inviato questa breve storia
qualche tempo fa, l'ha trovata esposta sulla
parete di una camera d'albergo; nonostante i
molteplici dubbi che mi suscita, trovo che la
morale di fondo sia più che valida.


" Un padre ricco, volendo che suo figlio sapesse 
che significa essere povero, gli fece passare una 
giornata con una famiglia di contadini
Il bambino passò tre giorni e tre notti nei campi.
Di ritorno in città, ancora in macchina, il padre 

gli chiese:
- Che mi dici della tua esperienza ?
- Bella – rispose il bambino.
... Hai appreso qualcosa ? Insistette il padre
1 – Che abbiamo un cane e loro ne hanno quattro.
2 – Che abbiamo una piscina con acqua trattata, 

che arriva in fondo al giardino. Loro hanno un 
fiume, con acqua cristallina, pesci e piante 
acquatiche.
3- Che abbiamo la luce elettrica nel nostro 

giardino ma loro hanno le stelle e la luna 
per illuminarli.
4 – Che il nostro giardino arriva fino al muro. 

Il loro, fino all’orizzonte.
5 – Che noi compriamo il nostro cibo; loro lo 

coltivano, lo raccolgono e lo cucinano.
6 – Che noi ascoltiamo CD... Loro ascoltano 

una sinfonia continua di cicale, grilli e altri 
animali...
...tutto ciò, qualche volta accompagnato dal 

canto di un vicino che lavora la terra.
7 – Che noi utilizziamo il microonde. Ciò 

che cucinano loro, ha il sapore del fuoco
lento
8 – Che noi per proteggerci viviamo circondati 

da recinti con allarme... Loro vivono con le 
porte aperte, protetti dall’amicizia dei loro 
vicini.
9 – Che noi viviamo collegati al cellulare, 

al computer, alla televisione. Loro sono 
collegati alla vita, al cielo, al sole, 
all’acqua, ai campi, agli animali, alle 
loro ombre e alle loro famiglie.
Il padre rimane molto impressionato 

dai sentimenti del figlio. Alla fine il 
figlio conclude:
grazie di avermi insegnato quanto 
siamo poveri!

A metà strada tra "Il principe e il povero"
di  Mark Twain e la storiella appena letta
c'è questo video, emblematico di un mondo
tutto proiettato verso il progresso, ma che
ogni tanto si volta indietro, riflettendo con
sana nostalgia su ciò che abbiamo sacrificato
sull'altare del "moderno" benessere.




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